domenica, 18 Maggio, 2025
Attualità

Roma saluta Papa Francesco: un addio che unisce il mondo

Una giornata storica, destinata a rimanere impressa nella memoria collettiva. Oltre 400mila fedeli si sono stretti attorno a Papa Francesco per l’ultimo abbraccio, tra Piazza San Pietro e la Basilica di Santa Maria Maggiore. Una folla immensa e silenziosa ha accompagnato le esequie del Pontefice trasmesse in diretta in 15 lingue, comprese quattro forme dei segni. A presiedere la Messa è stato il cardinale Giovanni Battista Re, che nell’omelia ha ricordato come Francesco “si sia donato fino all’ultimo”, implorando la pace in un mondo lacerato dai conflitti. “La guerra — ha ripetuto Re citando il Pontefice — è solo morte, distruzione di case, ospedali e scuole. È una sconfitta per tutti.”
Nel corso dell’omelia, è stato tracciato il profilo del Papa che ha saputo contrapporre la “cultura dello scarto” con la “cultura dell’incontro e della solidarietà”, facendo della fraternità la cifra del suo pontificato. Dalla Lettera Enciclica Fratelli Tutti al Documento sulla Fratellanza Umana firmato ad Abu Dhabi nel 2019, Francesco ha cercato di rilanciare un’aspirazione mondiale alla pace e alla dignità universale.

Lungo applauso

Il lungo applauso che ha salutato il feretro in legno chiaro, sormontato dal Vangelo aperto e accompagnato dalla Madonna Salus Populi Romani, ha segnato uno dei momenti più intensi della giornata. Il percorso verso Santa Maria Maggiore ha visto il Pontefice attraversare il cuore di Roma, tra lacrime, applausi e un silenzio commosso. Alla cerimonia hanno partecipato 160 delegazioni ufficiali da tutto il mondo. Presenti capi di Stato e di governo come Sergio Mattarella, Giorgia Meloni, Donald Trump, Emmanuel Macron, Javier Milei, Volodymyr Zelensky, Olaf Scholz, Keir Starmer, i vertici dell’Unione Europea e sovrani cattolici e non, tra cui re Felipe VI di Spagna e re Filippo del Belgio. Simbolica la stretta di mano tra Trump e Macron durante il segno di pace.
Il Cardinale Re ha ricordato la scelta del nome Francesco come programma di vita, ispirato allo spirito del poverello di Assisi: un Papa che ha saputo chinarsi sulle sofferenze dell’umanità, capace di parlare con i gesti più che con le parole. Dal primo viaggio a Lampedusa, emblema della sua attenzione ai migranti, ai 47 viaggi apostolici che hanno toccato le ferite più profonde del mondo.

“Ospedale da campo”

Francesco ha incarnato una Chiesa “ospedale da campo”, sensibile al dramma dei migranti, alla custodia del creato (Laudato Si’), al dialogo interreligioso. Storico il suo incontro con il grande ayatollah Al-Sistani in Iraq, segno di un dialogo capace di superare i muri delle religioni. Durante i riti finali, il feretro è stato benedetto con acqua e incenso, mentre si elevava il canto: “Concedi il riposo all’anima di questo tuo servo defunto Francesco, vescovo, in un luogo verdeggiante”. Subito dopo, la tumulazione a Santa Maria Maggiore, nella cappella dedicata alla Madonna tanto amata dal Pontefice.

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