In vista della Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza sul Lavoro del 28 aprile, tornano sotto i riflettori dati preoccupanti che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro. A lanciare l’allarme sono proprio i lavoratori. Quattro su dieci, secondo una ricerca condotta da Espresso Communication per conto di KONE, multinazionale del settore ascensori e scale mobili, dichiarano che la sicurezza non è una vera priorità per i propri datori di lavoro. Le cifre, raccolte da diverse fonti internazionali, restituiscono una fotografia chiara: molti dipendenti sentono che la propria incolumità non è tutelata a sufficienza.
Feriti e non formati: un quadro globale preoccupante
I numeri parlano chiaro. Secondo un’indagine firmata Gallup, quasi un lavoratore su cinque nel mondo ha subito un infortunio grave negli ultimi due anni. Ma forse ancor più preoccupante è il fatto che oltre il 60% dei lavoratori intervistati non ha mai ricevuto una formazione adeguata su come comportarsi per evitare incidenti o proteggere la propria salute sul lavoro. In parole semplici, più della metà delle persone che ogni giorno entrano in uffici, magazzini o cantieri non ha gli strumenti per riconoscere o prevenire situazioni pericolose.
Cantieri ancora insicuri, anche in Europa
Non va meglio nell’ambito dell’edilizia. Una ricerca condotta in 14 paesi europei, tra cui l’Italia, e pubblicata da New Civil Engineer mostra che solo il 37% degli operai si sente davvero al sicuro quando lavora in un cantiere. Si tratta di un dato che solleva molte domande, considerando che proprio l’edilizia è uno dei settori dove gli incidenti sono più frequenti. Le strutture complesse, le altezze, i macchinari pesanti sono elementi che richiedono particolare attenzione. Se meno della metà dei lavoratori ha fiducia nelle misure di protezione, è evidente che qualcosa non sta funzionando.
Italia: mille morti sul lavoro in un anno
Anche in Italia la situazione è tutt’altro che rassicurante. Secondo i dati dell’INAIL, nel solo 2024 sono stati registrati 1.077 morti sul lavoro. Dietro ogni numero c’è una storia: un padre, una madre, un collega che non è più tornato a casa. A livello mondiale, le Nazioni Unite stimano oltre 2,78 milioni di morti all’anno legati al lavoro. Questo significa che ogni 15 secondi, da qualche parte nel mondo, una persona perde la vita per cause legate alla propria attività lavorativa.
La formazione come primo passo verso il cambiamento
In questo scenario critico, ci sono però aziende che cercano di cambiare le cose. È il caso di KONE, che dal 2012 organizza ogni anno la “Safety Week”, una settimana dedicata interamente alla sensibilizzazione sulla sicurezza. Quest’anno l’evento si terrà dal 12 al 16 maggio e prevede corsi, incontri e attività per coinvolgere dipendenti e clienti. Luca Romano, Safety Manager di KONE Italy & Iberica, sottolinea l’urgenza di un cambio di rotta: “Lo scenario attuale lascia spazio a pochi dubbi, risulta essenziale invertire la rotta attuale, mettendo al primo posto la salute e la sicurezza dei professionisti”.
Romano insiste su un concetto chiave: senza sicurezza, non c’è efficienza. Ogni giorno, dice, è necessario garantire le condizioni migliori affinché i dipendenti possano operare senza correre rischi. La strategia di KONE prevede una combinazione di formazione e tecnologia. Da una parte, programmi di aggiornamento continui, in aula e sul campo. Dall’altra, il supporto di esperti disponibili da remoto, anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, per aiutare i tecnici a risolvere situazioni complesse in tempo reale.
La tecnologia entra in fabbrica per proteggere chi lavora
Anche altre aziende stanno puntando su strumenti tecnologici per migliorare la sicurezza. Secondo un approfondimento di LinkedIn, l’intelligenza artificiale è oggi alla base dell’introduzione di robot in fabbriche e magazzini. Queste macchine vengono impiegate per eseguire compiti pericolosi o faticosi, in modo da ridurre i rischi per i lavoratori in carne e ossa. In questo modo, le persone possono concentrarsi su attività meno rischiose, mentre le operazioni più pericolose vengono affidate a strumenti automatizzati.
La realtà virtuale, un’altra innovazione sempre più diffusa, consente invece di simulare situazioni di emergenza. Con l’uso di visori, i dipendenti possono essere addestrati ad affrontare imprevisti senza dover vivere realmente quei pericoli. Questo tipo di formazione ha anche un aspetto più coinvolgente, perché unisce l’utile al ludico, rendendo l’apprendimento più efficace.
Un settore in crescita, anche economicamente
Che il tema della sicurezza sul lavoro stia diventando sempre più centrale lo conferma anche un recente rapporto di Grand View Research. Secondo l’analisi, nel 2024 il mercato globale legato alla sicurezza sui luoghi di lavoro ha superato i 18 miliardi di euro di fatturato. E non si tratta di un picco isolato: nei prossimi quattro anni si prevede una crescita costante del 17% all’anno.
Questo dato suggerisce che il mondo del lavoro sta prendendo consapevolezza dell’importanza di investire nella protezione delle persone. Non si parla solo di dispositivi o tecnologie, ma anche di un cambiamento culturale, dove la sicurezza non viene vista come un costo, ma come un valore essenziale.