mercoledì, 23 Aprile, 2025
Economia

Confcommercio: consumi ancora deboli, incertezze e dazi pesante zavorra sulle famiglie

Occupazione e inflazione ok, ma la fiducia di imprese e cittadini va giù

Per Confcommercio è una constatazione amara. “I consumi restano deboli nonostante redditi reali in aumento e un’inflazione contenuta”. Il paradosso che la Confederazione torna a sottolineare sono gli altri indicatori positivi. “L’occupazione e il turismo restano solidi, ma la fiducia di imprese e famiglie cala, zavorrata dalle incertezze globali, in particolare sui dazi”.

L’instabilità che domina

Con l’avanzare del 2025, l’incertezza non accenna a diminuire e i dati della Congiuntura Confcommercio ne sono una confermano. “L’ultimo fattore di instabilità è rappresentato dalla questione dei dazi, che ha colpito duramente la fiducia degli operatori”, osserva la Confcommercio, “Un’incognita che, ad oggi, non consente previsioni affidabili sul medio termine. Gli effetti di questa instabilità si avvertono meno su indicatori come l’occupazione o il turismo, che continuano a dare segnali positivi e più sulla fiducia di imprese e famiglie, in calo nel mese di marzo. Anche i mercati finanziari risentono di questa volatilità, alternando fasi di recupero a brusche correzioni”.

Una nota positiva

Sul fronte macro, la Confcommercio vede un elemento positivo, “il primo trimestre del 2025 si chiude con una performance positiva: +0,3% la variazione congiunturale del Pil (corretto per calendario e stagionalità), pari a un +0,5% su base annua”. Tenendo conto delle distorsioni legate all’anno bisestile e alla collocazione della Pasqua, “la stima per aprile suggerisce una crescita tendenziale dello 0,8%, con un incremento congiunturale dello 0,1%”.

I settori in crisi

Il tema però resto lo stesso da tempo, quello che le famiglie non consumano. “Nel dettaglio, i consumi delle famiglie restano l’anello debole. Secondo le stime dell’ICC, a febbraio e marzo si è registrato un calo rispettivamente del -2,3% e -0,7%nei dati grezzi. In termini destagionalizzati, marzo ha segnato un +0,4%, un segnale timido che però non basta a indicare un vero cambio di passo”. “Nonostante redditi reali in aumento, inflazione contenuta e occupazione sui massimi, le famiglie italiane faticano ancora a trasformare questo contesto relativamente favorevole in maggiori consumi”, fa presente la Confcommercio, “la spesa si concentra soprattutto sul tempo libero, la cultura e la ricreazione, mentre continuano a calare le vendite di alimentari, abbigliamento, mezzi di trasporto, mobili ed elettrodomestici. L’inflazione resta sotto sorveglianza, ma non desta al momento particolari preoccupazioni”.

Superare il picco

Ad aprile l’indice dei prezzi al consumo è atteso in crescita dello 0,3% su base congiunturale, portando l’incremento annuo al 2,2%. Un elemento che viene percepito con attenzione. “Un rialzo lieve, che potrebbe rappresentare il picco di questa fase moderata di pressione sui prezzi. Le tensioni registrate nei mesi scorsi sui beni energetici sembrano infatti in fase di attenuazione, e”, conclude la Confcommercio, “l’inflazione di fondo si sta stabilizzando sotto il 2%”.

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