“L’Istat rileva su marzo uno stallo nella produzione industriale vicino al 30% rispetto allo scorso anno.
Un crollo vertiginoso, ma purtroppo largamente atteso viste le misure di contenimento che hanno portato al blocco dell’attività produttiva. Ora si tratta i capire come ne usciremo. Se con un modello a “V”, ovvero con un rimbalzo che ci faccia recuperare presto una buona parte del terreno perso, oppure con un lento e dolorosissimo stillicidio di alti e bassi. Tutto sta nell’energia che metteremo negli strumenti anticiclici.
Ovvero dalla quantità e dalla qualità degli investimenti e degli aiuti che sapremo mobilitare già nel cosiddetto Decreto Rilancio”. Lo dichiara il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra.
“Non è solo questione di “tempo” di recupero – aggiunge – Bisogna capire che o mettiamo tutta la forza economica di cui disponiamo a sostegno della ripresa, oppure perderemo per sempre pezzi di industria, arretrando nella competitività in maniera strutturale.
Sarebbe un danno catastrofico, che si ripercuoterebbe in maniera esiziale sui livelli occupazionali e sulla qualità della vita dei nostri territori. Servono trasferimenti a fondo perduto, sostegno immediato alla liquidità alle piccole e medie imprese, supporto per la ricapitalizzazione dei grandi gruppi, capacità di agganciare i “driver” dell’innovazione, delle nuove tecnologie, degli investimenti cantierabili e politiche di filiera che riscattino i comparti maggiormente colpiti: manifattura e industria, ma anche turismo, trasporto, logistica.
Riaccendere il motore-Italia richiede velocità e determinazione, corresponsabilità nel percorso di ripartenza.
Non c’è altro tempo da perdere”. (Italpress)