Nuovo calo delle azioni e del dollaro dopo che Donald Trump ha intensificato le critiche al capo della Federal Reserve, Jerome Powell, definendolo “un grande perdente” per non aver ridotto i tassi di interesse. Il Presidente USA, tramite i social, ha sollecitato tagli “preventivi” per stimolare l’economia, accusando Powell di lentezza nell’adattarsi. Lunedì, l’S&P 500 è sceso del 2,4%, perdendo il 12% dall’inizio dell’anno. Anche il Dow Jones ha perso il 2,5% e il Nasdaq oltre il 2,5%. Dollaro e titoli di Stato, tradizionali beni rifugio, sono stati sotto pressione. Martedì, i mercati asiatici hanno registrato lievi variazioni: il Nikkei 225 e l’ASX 200 hanno perso lo 0,1%, mentre l’Hang Seng è salito dello 0,2%. Intanto, l’oro ha superato i 3.400 dollari l’oncia, segnando un massimo storico e confermandosi come bene rifugio. Le critiche di Trump a Powell non sono nuove. Durante il suo mandato, il tycoon aveva valutato di rimuoverlo e, dopo la rielezione, ha continuato a fare pressioni per ridurre i tassi. Powell ha avvertito che le politiche tariffarie di Trump stanno aumentando i prezzi e rallentando l’economia. La scorsa settimana, il Presidente USA ha chiesto pubblicamente il licenziamento di Powell. Tuttavia, ciò solleverebbe dubbi legali sull’indipendenza della Fed. Le tensioni coincidono con le riunioni del FMI e della Banca Mondiale a Washington. Christopher Meissner, economista ed ex collaboratore del FMI, ha sottolineato al programma Today della BBC che l’indipendenza delle banche centrali è stata cruciale per la stabilità finanziaria e la bassa inflazione. Il FMI pubblicherà presto nuove previsioni economiche con “ribassi significativi” per molte nazioni. Meissner ha concluso: “Quando gli Stati Uniti starnutiscono, il resto del mondo prende il raffreddore. Una recessione negli USA sembra probabile e avrà un impatto negativo sull’economia globale”.