I dazi imposti potrebbero mettere a rischio il Natale. Gli Stati Uniti importano dalla Cina fino al 75% dei giocattoli venduti, rendendo il settore fortemente dipendente dalla filiera cinese. Di conseguenza, i dirigenti del settore avvertono che i consumatori dovranno affrontare prezzi più alti e una scelta ridotta, soprattutto durante le festività. “Il Natale è in pericolo”, ha dichiarato Greg Ahearn, CEO della Toy Association. Mentre Trump annunciava dazi fino al 145% sulla Cina, le azioni di Hasbro e Mattel sono crollate. Entrambe le aziende avevano già previsto un impatto tariffario del 20% entro il 2025, ma non hanno ancora affrontato pubblicamente l’ipotesi di un’imposta così alta. La Toy Association, nel frattempo, cerca di mantenere i giocattoli esenti dai dazi attraverso iniziative come l’Easter Egg Roll alla Casa Bianca. “Il Presidente è stato chiaro: se siete preoccupati per i dazi, producete in America”, ha dichiarato Kush Desai, portavoce della Casa Bianca. Tuttavia, secondo i dirigenti del settore, spostare la produzione negli Stati Uniti è impraticabile: la competenza cinese, sviluppata in decenni, è insostituibile, e i costi in America sarebbero significativamente più alti. Jonathan Silva, della WS Game Company in Massachusetts, teme di dover licenziare i suoi 22 dipendenti. La sua azienda, che produce videogiochi di lusso interamente in Cina, si trova in stallo, con solo quattro mesi di produzione accumulata. Anche aziende che non dipendono direttamente dalla Cina, come Bruder Toys America, segnalano problemi. Beate Caso, responsabile dell’azienda che produce in Germania, afferma che l’intero settore subirà rincari a causa della carenza di container per il trasporto e del rallentamento produttivo globale. “I prezzi aumenteranno, l’offerta sarà limitata e i consumatori ne pagheranno il prezzo”, avverte Caso.
