A febbraio 2025 il commercio estero italiano registra una dinamica positiva, con l’export che cresce a ritmo più sostenuto rispetto all’import. Lo certifica l’Istat, che segnala un incremento congiunturale delle esportazioni pari al +3,5% rispetto al mese precedente, a fronte di un +1,7% delle importazioni. Il saldo commerciale si conferma in attivo, anche se in leggero calo rispetto a un anno fa, e resta elevata la dipendenza dall’energia estera, che contribuisce a peggiorare il deficit di settore. La crescita dell’export riguarda sia i mercati dell’Unione Europea (+3,7%) sia quelli extra-Ue (+3,2%), segno di una ripresa diffusa della domanda estera. Su base trimestrale, nel periodo dicembre 2024–febbraio 2025, le esportazioni crescono del 4,0% rispetto al trimestre precedente, mentre l’import aumenta del 3,0%.
Un segnale incoraggiante, anche se non privo di contraddizioni. Su base annua, infatti, l’export cresce in valore dello 0,8%, ma registra una contrazione significativa del 4,3% in volume, a indicare che l’incremento monetario è dovuto più all’aumento dei prezzi che alla quantità effettiva delle merci esportate.
Farmaceutica superstar
A trainare la crescita tendenziale dell’export sono soprattutto alcuni settori chiave: in particolare, gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici segnano un balzo del +31,2%, mentre i mezzi di trasporto (esclusi gli autoveicoli) crescono del +9,6%. Positive anche le performance nei primi due mesi dell’anno, con un +32,3% per la farmaceutica e +8,2% per i mezzi di trasporto. Non tutti i comparti, però, partecipano al trend espansivo. Prosegue, anzi, il calo delle esportazioni di autoveicoli, che segnano un -11,5% su base annua a febbraio e un -13,7% nel primo bimestre del 2025. Giù anche i macchinari e apparecchi n.c.a. (-4,1%) e i prodotti petroliferi raffinati (-25,8%).
Guardando alla geografia dei partner commerciali, a febbraio i maggiori contributi positivi all’export nazionale provengono dalla Germania (+14,5%), dalla Spagna (+21,1%) e dalla Svizzera (+17,3%). Bene anche i flussi verso Regno Unito (+10,4%), paesi OPEC (+12,9%) e Paesi Bassi (+13,3%). Sul fronte opposto, invece, gli Stati Uniti si confermano in affanno, con una contrazione del -9,6% delle esportazioni italiane verso Washington. In difficoltà anche i rapporti commerciali con Belgio (-11,8%), Turchia (-9,9%) e Austria (-9,0%).
Import in crescita in valore
Le importazioni italiane crescono del 4,1% su base annua in valore, con un forte contributo dall’area extra-Ue (+8,7%) rispetto alla più contenuta crescita da parte dei paesi Ue (+1,0%). Tuttavia, anche in questo caso, i dati in volume sono meno brillanti: le importazioni scendono del 2,7%, segnalando una dinamica simile a quella dell’export, con aumenti di prezzo a fronte di una riduzione delle quantità. I prezzi all’importazione, infatti, aumentano dello 0,6% su base mensile e del 2,2% su base annua, in accelerazione rispetto al +1,4% registrato a gennaio.
Il saldo commerciale italiano a febbraio si attesta a +4.466 milioni di euro, in calo rispetto ai +6.000 milioni dello stesso mese del 2024. A pesare è soprattutto il deficit energetico, che si amplia a -5.000 milioni di euro (era -3.749 milioni un anno fa), a fronte di un avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici che si riduce solo lievemente, passando da +9.749 milioni a +9.466 milioni.