Alla conferenza del Med5, il vertice che riunisce i Ministri dell’Interno e dell’Immigrazione di Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro – i cinque Paesi del Mediterraneo più esposti ai flussi migratori – il ministro italiano Matteo Piantedosi ha rivendicato i risultati raggiunti nell’ultimo anno sul fronte dell’immigrazione irregolare. “Nel 2023 gli sbarchi sono diminuiti del 60% rispetto all’anno precedente”, ha sottolineato Piantedosi, parlando di un successo non solo in termini numerici, ma anche come segnale forte contro il traffico di esseri umani: “Aver ridotto il business dei trafficanti è per noi motivo di grande soddisfazione”.
Il Ministro ha evidenziato che il miglioramento interessa tutte le rotte del Mediterraneo e che questo risultato è stato possibile grazie alla collaborazione tra i cinque Paesi Med5, che hanno saputo “agire in modo sinergico, mettendo in difficoltà i trafficanti su ogni fronte e sotto ogni latitudine”.
Focus su rimpatri
Tra le priorità indicate da Piantedosi figura il potenziamento delle campagne di comunicazione nei Paesi di origine e transito, per scoraggiare le partenze illegali e promuovere percorsi di migrazione legale. Il ministro ha inoltre insistito sulla necessità di rafforzare i rimpatri volontari assistiti, considerati fondamentali per garantire il rientro dignitoso nei Paesi d’origine, con misure concrete di reintegrazione economica e sociale. Sul fronte delle espulsioni, Piantedosi ha accolto positivamente la nuova proposta della Commissione europea sul regolamento dei rimpatri, sottolineando come l’Italia, insieme agli altri Paesi Med5, sia pronta a sostenere il negoziato in corso, puntando a rimpatri più rapidi ed efficaci per chi non ha diritto a restare in Europa.
Il vertice si è concluso con l’approvazione di una dichiarazione congiunta, in cui i cinque ministri hanno ribadito l’importanza di un approccio strategico comune all’attuazione del Patto europeo su migrazione e asilo, che entrerà in vigore a giugno 2026. “Il successo del Patto – ha dichiarato Piantedosi – dipenderà dalla capacità dei nostri Paesi di proteggere le frontiere esterne. Ma per farlo, servono adeguati finanziamenti da parte dell’Unione Europea”. Un appello che riguarda in particolare la realizzazione delle procedure alle frontiere e il rafforzamento operativo di Frontex, che secondo il ministro deve assumere un ruolo sempre più centrale nella sorveglianza dei confini e nell’esecuzione dei rimpatri.
Rapporti con i Paesi terzi
Altro punto cardine emerso dalla conferenza è la volontà di sostenere una decisa azione diplomatica europea per instaurare partnership durature con i Paesi terzi di origine e transito, fondate su “condizioni di parità e reciproco beneficio”. Interpellato sul caso di Almasri, il Ministro ha dichiarato di non aver mai avuto rapporti con tale figura: “L’ho sentito nominare solo quando è apparso sulla stampa. Non ha mai interagito con noi né con i referenti istituzionali coinvolti nella gestione dei flussi migratori”. Piantedosi ha infine parlato di una “crescita esponenziale dei rimpatri volontari assistiti”, confermando che il tema è stato incluso nella dichiarazione finale e discusso anche con il commissario europeo presente al summit.