L’economia italiana torna al centro dell’attenzione e a preoccupare sono soprattutto gli effetti che potrebbero derivare dalla politica tariffaria degli Stati Uniti. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, presentando il Documento di finanza pubblica, ha infatti sottolineato come il quadro economico nazionale presenti segnali di ripresa nel primo trimestre dell’anno, con un miglioramento sia del Pil che dell’occupazione. Ma, già dal secondo trimestre, il Ministro ha invitato alla cautela: “L’andamento economico italiano potrebbe essere influenzato negativamente dagli annunci americani sui dazi e dal clima di incertezza sulle future politiche commerciali globali”. Una situazione che impone al governo di adottare previsioni più prudenti rispetto a quelle inizialmente formulate. Per questo motivo, nel Dfp la crescita del Pil per l’anno corrente è stata rivista al ribasso di sei decimi di punto percentuale, passando allo 0,6%, e quella per il prossimo anno ridotta di tre decimi, attestandosi allo 0,8%. Giorgetti ha inoltre evidenziato scenari alternativi, non escludendo ulteriori rischi al ribasso, legati alla fragilità della congiuntura internazionale.
Di fronte a questa situazione delicata, il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha invocato calma e coesione: “In questa fase servono lucidità e una risposta compatta a livello europeo. Non è il momento di reagire emotivamente alle dichiarazioni o alle trattative sui dazi attraverso tweet. È necessario un percorso strutturato e ben organizzato di dialogo con gli Stati Uniti, considerata una tappa cruciale per il futuro delle relazioni economiche”. Proprio in questo senso, secondo Orsini, sarà fondamentale la visita negli Usa del Premier Giorgia Meloni, prevista per il 17 aprile. Un’occasione che, nelle parole del leader degli industriali italiani, “può consentire di costruire quel ponte indispensabile tra Stati Uniti ed Europa, facendo leva sul ruolo strategico dell’Italia”.
Piano di incentivi specifico
Per sostenere il tessuto imprenditoriale italiano, composto prevalentemente da piccole e medie imprese (circa il 94%), Orsini ha inoltre chiesto alla Commissione europea un piano di incentivi specifico e mirato: “Serve supportare le imprese che intendono affrontare i mercati esteri e che in questi ultimi 24 mesi hanno sofferto una significativa perdita di produttività. È necessario quindi rafforzare il ruolo di Simest, sostenendo con maggiore forza l’internazionalizzazione e l’innovazione delle nostre aziende”, ha spiegato Orsini durante il ‘’Made in Italy Day’- Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha invitato il Paese e le imprese a non farsi prendere dal panico di fronte alle tensioni finanziarie: “Le borse hanno reagito negativamente anche a causa della paura, ma è importante affrontare questo momento con determinazione e serietà, senza farsi sopraffare dalla preoccupazione”. Secondo il Vicepremier, l’Italia ha già ottenuto risultati concreti in ambito europeo, riuscendo a ritardare l’introduzione di misure contro-dazi verso gli Stati Uniti: “La nostra linea prudente e razionale ha prevalso, e questo rappresenta un primo passo fondamentale”, ha concluso Tajani, ribadendo che l’incontro di metà aprile a Washington sarà cruciale per definire le prossime strategie.
Sostenere la natalità
Intanto, a livello interno, il governo italiano continua a rafforzare le misure per sostenere la natalità e la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Nel Documento di finanza pubblica viene infatti indicata la necessità di potenziare ulteriormente le politiche familiari, con interventi che spaziano dal rafforzamento del bonus per i neonati all’estensione del congedo parentale. L’obiettivo è chiaramente quello di ridurre progressivamente la cosiddetta ‘childpenalty’, ovvero l’effetto negativo della maternità sulla carriera professionale delle donne, che secondo le previsioni, una volta azzerata, potrebbe far crescere l’occupazione femminile di 6,5 punti percentuali entro il 2040. In questo quadro complesso e sfidante, Giorgetti non nasconde che il contesto economico globale rimane particolarmente difficile per l’Italia, aggravato anche dal costo elevato dell’energia, dalla crisi nell’industria automobilistica, dal calo produttivo della Germania e dalla riduzione della domanda interna cinese. Ciononostante, il Ministro ribadisce con fermezza che l’Italia continuerà a promuovere politiche di commercio internazionale basate su regole condivise e leali, impegnandosi a creare condizioni più favorevoli per le aziende italiane, favorendo investimenti e potenziando la competitività del sistema economico nazionale.