martedì, 15 Aprile, 2025
Società

Meloni sfida i dazi americani: 25 miliardi per il rilancio e missione a Washington

Recovery, coesione e strumenti nazionali: il governo vara un piano articolato per rafforzare il sistema produttivo. Il 17 aprile il Premier alla Casa Bianca per trattare con Trump la formula ‘zero per zero’

Una manovra imponente da 25 miliardi di euro, una proposta di rinegoziazione dei dazi con gli Stati Uniti e un patto con le categorie produttive italiane. È questa la triplice direttrice su cui si muove il piano annunciato da Giorgia Meloni nel corso dell’incontro tenutosi ieri a Palazzo Chigi con rappresentanti delle imprese e delle organizzazioni sindacali. Una risposta concreta e articolata alla nuova congiuntura economica, segnata dalle turbolenze sui mercati internazionali e, in particolare, dalla nuova ondata di dazi annunciata dagli Stati Uniti.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi a Palazzo Chigi le rappresentanze imprenditoriali sul tema dei dazi

Il Presidente del Consiglio ha esordito sottolineando la necessità di affrontare il tema dazi con approccio strategico e non emergenziale: “Il nostro obiettivo è utilizzare questa crisi per rendere il nostro sistema economico più produttivo e competitivo”. Da qui la proposta di un nuovo patto tra governo e imprese, da costruire attraverso l’ascolto, il confronto e la cooperazione.
Il piano, dunque, prevede tre principali canali d’intervento. Il primo è europeo: circa 14 miliardi di euro saranno rimodulati nell’ambito della revisione del Pnrr italiano per sostenere occupazione e produttività. Il secondo coinvolge le politiche di coesione, con 11 miliardi che potranno essere riprogrammati per supportare i settori più colpiti. Il terzo canale è nazionale: l’esecutivo sta valutando l’attivazione di ulteriori strumenti interni, partendo dalle proposte avanzate dalle categorie.

Washington nel mirino

Momento chiave sarà la visita del Premier alla Casa Bianca, il prossimo 17 aprile, per incontrare il Presidente Donald Trump. Obiettivo dichiarato: proporre un accordo reciproco per l’eliminazione dei dazi industriali tra Stati Uniti e Unione europea. “La sfida è azzerare i dazi reciproci con la formula ‘zero per zero’. Una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti non conviene a nessuno”, ha spiegato il Primo Ministro. “Le nostre economie sono profondamente interconnesse, ostacolare gli scambi significherebbe indebolire entrambe le parti, a danno dell’intero Occidente”.
I dazi americani, del 20% su molti beni europei, rischiano di colpire duramente settori strategici del made in Italy: macchinari, automotive, agroalimentare, tessile. Meno chiara, al momento, l’incidenza sul comparto chimico-farmaceutico. Le esportazioni italiane verso gli Usa valgono circa il 10% del totale nazionale, per un valore pari a 38,8 miliardi nel 2024.
La Commissione europea ha già risposto annunciando possibili contromisure per 26 miliardi di euro, ma l’Italia spinge per un approccio non escalatorio. “L’obiettivo è una trattativa positiva, non lo scontro. E io stessa lo porterò a Washington”, ha proseguito Meloni

Il Recovery Plan come volano

Fondamentale sarà la revisione del Pnrr italiano, in linea con le indicazioni della Commissione Ue. Già nel 2023, grazie a un’intensa negoziazione europea, l’Italia aveva riprogrammato 22 miliardi di euro, destinandone 13,4 alle imprese. Ora la nuova fase punta a replicare e ampliare questo modello: “Abbiamo già individuato 14 miliardi dal Pnrr e 11 dalle politiche di coesione da destinare al sostegno produttivo”, ha precisato il Presidente del Consiglio. Il Piano sociale per il Clima prevede ulteriori 7 miliardi per famiglie e microimprese, nell’ambito della transizione ecologica.
Accanto alle politiche di bilancio, il governo punta anche a rafforzare l’export attraverso Ice, Simest e Sace. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha predisposto un piano d’azione per l’export nei mercati extra Ue ad alto potenziale, che sarà integrato nel pacchetto di sostegno al made in Italy.
Sul piano simbolico e interno, si pensa a campagne per promuovere i prodotti italiani anche nel mercato domestico, alimentando la domanda interna come segnale di fiducia e di identità nazionale.

“No al panico, sì alla responsabilità”

Meloni ha invitato le categorie a evitare allarmismi: “Il rischio maggiore è che la paura generi più danni dei dazi stessi. Già ora vediamo effetti su aziende non coinvolte direttamente. Serve una risposta razionale e coesa”. Il gruppo di lavoro interministeriale, composto dai Vicepremier Tajani e Salvini, dai Ministri Giorgetti, Urso, Lollobrigida e Foti, sta elaborando il piano di negoziato con Washington e le contromisure europee e nazionali.
Nell’affrontare la nuova congiuntura, il Premier ha rilanciato anche il tema della semplificazione normativa in Ue: “Abbiamo bisogno di rimuovere i dazi autoimposti. Le regole del Green Deal non erano sostenibili ieri, non lo sono oggi. L’Italia ha le carte in regola per affrontare questa sfida. Come sempre, saranno le nostre imprese e i nostri lavoratori i veri protagonisti della ripartenza”, ha concluso Meloni.

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