sabato, 12 Aprile, 2025
Europa

Trump, i dazi e l’Europa. L’Unione faccia le sue scelte in modo convinto. Poi si negozierà alla pari

Trump ha dichiarato che avrebbe ottenuto una tregua in Ucraina in 24 ore, appena entrato in carica. Considerato come vanno le cose si può pensare che il suo orologio vada molto a rilento. Ha anche dichiarato che con le buone o con le cattive vuole impossessarsi del Canada, del canale di Panama e della Groenlandia. La mia saggia nonna Silva avrebbe detto che apre bocca e gli dà fiato. E’ vero che verba volant e scripta manent ma quando queste parole sono pronunciate dal Capo di quella che ancora oggi è la prima potenza mondiale hanno un peso considerevole anche se tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Questa parole hanno allarmato il Canada che insieme all’Australia e alla Nuova Zelanda, sia pur formalmente, riconoscono il Sovrano del Regno Unito come capo di stato e c’è stata una riunione quasi immediata tra queste quattro nazioni anglofone. Ma è accaduto qualcosa di più inaspettato; Corea del Sud e Giappone, alleati storici degli USA hanno tenuto alcuni incontri con la Cina. Evidentemente gli alleati dell’America si sentono meno sicuri di poter confidare in questa alleanza. Sembrerebbe che Trump voglia ridiscutere il trattato di Yalta esclusivamente con la Russia facendo al governo moscovita più o meno questo discorso: staccati dalla Cina che è il mio più agguerrito competitor e io mi interesserò assai poco di quanto potrebbe accadere in Europa.

I Dazi, l’Ue negozi ma sia unita

I dazi annunciati e messi in opera contro tutto il mondo, anche contro isole abitate solo da pinguini, colpiscono pesantemente paesi amici e alleati che vengono definiti parassiti e sanguisughe mentre l’Unione Europea sarebbe stata creata “per fregarci”. Quale scopo di prefigge Trump? Neanche un paese ricco e potente come l’America può prosperare nell’autarchia e il giudizio dei mercati si è riflesso nella caduta di Wall Street e nella riduzione del prezzo del petrolio che svantaggia la Russia ma anche gli stessi Stati Uniti in cui i costi di estrazione sono elevati. I dazi sono come un boomerang che finisce per ritornare a chi lo ha lanciato. Cosa fare nella labile speranza che la situazione cambi? Muoversi e trattare all’unisono nella Unione Europea; sarebbe un grave errore cercare una trattativa singola. E’ proprio quello che il Presidente degli Stati Uniti desidera per trattare da un punto di forza, e disgregare l’Unione Europea, obiettivo che chiaramente persegue. Prima trattare ed eventualmente in caso di insuccesso controreplicare con dazi? Un proverbio dice che se si deve trattare con qualcuno che è irascibile e prepotente bisogna dargli ragione come ai pazzi. Non è la strategia migliore per ottenere qualcosa da chi capisce solo il linguaggio della forza. Dobbiamo reagire come la Cina docet, altrimenti ci sentiremo dire che non abbiamo le carte. Invece di carte ne abbiamo molto buone: ridurre le auto penalizzazioni che ci siamo imposti con il Green Deal e poi diversificare. Cina, India, America del sud sono mercati assai interessanti su cui puntare.

Un po’ di fanta economia

A Breton Wood nel 1944 gli Stati Uniti imposero il dollaro come moneta di scambio internazionale e nel 1971 Nixon svincolò il dollaro dalle riserve auree. Le quotazioni delle merci, dal petrolio al grano si fanno in dollari e la moneta verde è utilizzata in oltre il 70% del commercio mondiali. Questo consente agli Stati Uniti che la stampano il grande vantaggio di avere “sia i cannoni che il burro” Se non si riuscisse a ricondurre l’economia mondiale ad una situazione più equilibrata si potrebbe seguire il consiglio che il grande economista Keynes dette a Breton Wood. Creare una nuova moneta per gli scambi internazionali; il nome già lo abbiamo: è Bankor!

L’Europa, collaborare si può

Si dice che non tutto il male viene per nuocere o anche che il diavolo non è così brutto come lo si dipinge. Cos’è per l’Europa il male ed il diavolo. Ovviamente il ritiro degli Stati Uniti dalla NATO. Per la nostra sicurezza dobbiamo prepararci a fare da soli. Non con un esercito europeo che non può esserci senza un vero Stato Federale Europeo. Si possono però potenziare le collaborazioni anche attraverso programmi per la produzione di mezzi terrestri aerei e marini. Le competenze non mancano ma nessuno vorrà mettere da parte le proprie industrie. Si può però collaborare a dei sistemi di ultima generazione che ci consentirebbero di affrancarci dall’acquisto di armamenti amaricani e di competere sul mercato mondiale. Una Europa forte dal punto di vista economico, scientifico e militare può parlare da pari a pari con qualsiasi potenza con cui si voglia alleare tenendo conto di un classico principio della politica estera. Avere un amico lontano per proteggerci da un nemico vicino perché dagli amici mi guardi iddio che dai nemici mi guardo io.
Troppo proverbi in questo scritto? Forse si: I proverbi però sono la saggezza dei popoli e a volerli seguire forse le cose andrebbero meglio.

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