domenica, 13 Aprile, 2025
Esteri

Gli Usa valutano il disimpegno dall’est Europa. Il crollo del petrolio mette a rischio l’economia, allarme della Banca Centrale russa

Trump: i russi bombardano come pazzi l'Ucraina. Zelensky: fatti prigionieri due soldati cinesi nel Donbas. Sybiha: "In dubbio" la neutralità di Pechino

Mentre gli sforzi diplomatici non sembrano portare risultati e sul campo gli attacchi aumentano di intensità, il calo improvviso e marcato dei prezzi del petrolio preoccupa la Banca Centrale russa. Il prezzo del Brent e del WTI è crollato rispettivamente del 14% e del 15% dopo l’annuncio del presidente americano Donald Trump, il 2 aprile, di voler introdurre “tariffe reciproche” su tutte le importazioni, dando il via a un nuovo ciclo di guerre commerciali. A lanciare l’allarme è Elvira Nabiullina, governatore dell’istituto: “Se queste guerre tariffarie continueranno, come sembra stia avvenendo, potremmo assistere a un calo del commercio e dell’economia globali, e quindi anche della domanda di risorse energetiche, incluse quelle russe”, ha spiegato Nabiullina, intervenendo davanti alla Duma. Il Ministero delle Finanze di Mosca ha confermato che, nel primo trimestre del 2025, le entrate statali derivanti dalle esportazioni energetiche sono diminuite di quasi il 10%, proprio a causa del prezzo del petrolio.

Pentagono: ipotesi ritiro da Polonia e Romania

Intanto la tensione in Europa orientale potrebbe aumentare ulteriormente: secondo fonti di Nbc News, il Pentagono sta valutando il ritiro di 10.000 militari americani schierati in Polonia e Romania. Si tratta della metà circa dei 20.000 soldati inviati nel 2022 dall’amministrazione Biden per rafforzare il fianco est della NATO dopo l’invasione russa. La proposta è ancora in fase di discussione, ma la sua eventuale attuazione alimenterebbe le preoccupazioni tra gli alleati europei, che vedrebbero in questa mossa un segnale di disimpegno da parte degli Stati Uniti. Così facendo, Donald Trump sta cercando di convincere Vladimir Putin ad accettare un cessate il fuoco.

Cremlino: “fiducia non ancora ripristinata”

Il deterioramento delle relazioni bilaterali tra Russia e Stati Uniti è stato al centro anche delle parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha definito “molto difficile” l’ipotesi di riavviare colloqui sul controllo degli armamenti, come il trattato START-3. “Serve un certo livello di fiducia reciproca, che al momento non è ancora stato ristabilito, nonostante gli sforzi in corso per normalizzare i rapporti”, ha dichiarato. Per il prossimo 10 aprile, tuttavia, è previsto un incontro a Istanbul tra delegazioni dei due Paesi.

Ucraina sotto attacco

Sul fronte ucraino, la guerra prosegue con intensità. Secondo l’Aeronautica militare di Kiev, la scorsa notte la Russia ha lanciato un attacco massiccio con un missile balistico Iskander-M e 46 droni sulle regioni di Kharkiv, Dnipropetrovsk e Donetsk. Nove droni sono stati abbattuti, mentre 31 esemplari-esca sono precipitati in zone disabitate. Il presidente Donald Trump, in un incontro con la stampa alla Casa Bianca a margine del bilaterale con il premier israeliano Netanyahu, ha commentato così gli eventi: “La Russia sta bombardando come pazzi. La situazione non è buona, e non sono felice di questi attacchi, specialmente negli ultimi giorni”.

Soldati cinesi tra le file russe

A scuotere ulteriormente il quadro internazionale è stata la rivelazione di Zelensky: “Due cittadini cinesi sono stati catturati dal nostro esercito mentre combattevano a fianco dei russi nel Donbas. E secondo le nostre informazioni, ce ne sono molti altri”. Zelensky ha incaricato il ministro degli Esteri Andrii Sybiha di contattare immediatamente Pechino per chiedere chiarimenti. Sybiha, su X, ha scritto che “la posizione neutrale della Cina è ora in dubbio”. Dalla parte opposta del fronte, i media russi riportano che l’Ucraina starebbe impiegando mercenari colombiani nella regione russa di Kursk, in particolare nell’area di Glubokoye, al confine con Sumy. L’ambasciatore colombiano a Mosca, Hector Isidro Arenas Neira, ha ammesso che il numero esatto dei combattenti colombiani in Ucraina è sconosciuto, ma stima che tra i 70 e gli 80 siano già caduti.

Telefonata a quattro dal Cairo con Trump

In un tentativo di coordinare gli sforzi diplomatici per stabilizzare le aree di crisi, si è svolta oggi una telefonata a quattro tra il presidente francese Emmanuel Macron, il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il re di Giordania Abdallah II e il presidente americano Donald Trump. Il colloquio, avvenuto a margine di un vertice sulla situazione nella Striscia di Gaza, si è focalizzato sull’urgenza di ripristinare l’accesso agli aiuti umanitari e ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi. Al-Sisi e Abdallah hanno esortato Trump a creare le condizioni per un processo politico credibile e rilanciare la soluzione dei due Stati. I leader hanno infine concordato di mantenere un contatto costante e di accelerare anche gli sforzi per porre fine alla guerra in Ucraina.

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