In un contesto segnato da tendenze contrastanti – diplomazia e guerra, aperture e bombardamenti – la strada verso una risoluzione pacifica del conflitto appare ancora lunga e incerta. Mentre la prossima settimana si apriranno nuovi canali di comunicazione tra Russia e Stati Uniti, sul fronte ucraino la guerra continua con crescente ferocia. Kirill Dmitriev, rappresentante speciale del Cremlino per gli investimenti e la cooperazione economica, ha annunciato futuri incontri bilaterali in un’intervista all’emittente russa Pervyj Kanal. “L’obiettivo è ricostruire le relazioni russo-americane, soprattutto in ambito economico e di investimento”, ha dichiarato. Tra i temi discussi, Dmitriev ha citato progetti comuni nei metalli delle terre rare, nell’Artico e nel settore del gas naturale liquefatto (GNL). “A Washington si è avviato un dialogo franco e rispettoso”, ha aggiunto, sottolineando che gli Stati Uniti avrebbero compreso l’importanza di riaprire il confronto con Mosca, dopo il fallimento – a suo dire – dei tentativi di isolamento strategico promossi dall’amministrazione Biden.
Attacchi russi
Tuttavia, mentre si parla di diplomazia, la realtà sul terreno appare ben diversa. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato l’intensificarsi degli attacchi russi, definendoli la risposta di Mosca agli sforzi diplomatici internazionali. “Più di 1.460 bombe aeree guidate, circa 670 droni kamikaze e oltre 30 missili sono stati lanciati contro città e villaggi ucraini solo nell’ultima settimana”, ha affermato. “Questi attacchi colpiscono bambini che giocano nei parchi. È terrore puro. Finché il mondo lo permetterà, la Russia continuerà”. Anche il presidente francese Emmanuel Macron è intervenuto con dure parole: “Nel giorno di lutto nazionale in Ucraina, il mio pensiero va ai bambini e ai civili uccisi. La Russia continua a ignorare le proposte di pace e colpisce aree residenziali. Serve un cessate il fuoco immediato e azioni forti se Mosca continuerà a guadagnare tempo e a rifiutare la pace”, ha scritto su X.
Missile colpisce un’emittente di Kiev
Tra gli altri, un attacco missilistico russo ha colpito nella notte tra il 5 e il 6 aprile un edificio a Kiev, sede di vari canali televisivi pubblici ucraini che trasmettono in lingua straniera. Il raid ha provocato gravi danni strutturali: i tre piani superiori del centro direzionale sono stati rasi al suolo, lasciando un ampio cratere nelle vicinanze dell’edificio. Nessun membro dello staff è rimasto ferito. I canali coinvolti si erano trasferiti in quella sede dopo che un precedente attacco, lo scorso febbraio, aveva reso inagibili i locali precedenti. L’offensiva contro le infrastrutture mediatiche ucraine si inserisce in un’escalation di attacchi russi mirati a colpire simboli della comunicazione e della resistenza nazionale.
Zelensky chiede una risposta dagli USA
Zelensky ha inoltre espresso frustrazione per l’assenza di una reazione da parte degli Stati Uniti al rifiuto di Vladimir Putin di accettare la proposta americana di un cessate il fuoco completo e incondizionato, già accettata da Kiev. “Stiamo ancora aspettando una risposta da Washington”, ha dichiarato nel suo discorso serale. Ma nel frattempo, da Washington arriva anche la notizia che la Russia non è stata inclusa nella lista dei paesi destinatari di nuovi dazi commerciali. Kevin Hassett, direttore del Consiglio Economico Nazionale della Casa Bianca, ha spiegato che la decisione è legata ai negoziati in corso tra Mosca e Kiev. “Il presidente Trump ha preferito non mescolare le due questioni, ma questo non implica un trattamento privilegiato per la Russia”, ha dichiarato a ABC This Week.
Terre rare
Sul fronte economico, intanto, il ministro dell’Economia ucraino Yuliia Svyrydenko ha annunciato l’invio di una delegazione a Washington per avviare negoziati su una nuova bozza di accordo che permetterebbe agli Stati Uniti di accedere alle risorse minerarie strategiche del Paese. “La volontà di creare un fondo o investimenti congiunti è ancora presente”, ha confermato, anticipando la partecipazione di rappresentanti dei ministeri chiave del governo ucraino.