Il termine usato dalla Confesercenti è “tracollo”. È quello che avviene per le imprese che operano su piccole superfici che per ora non riescono a invertire la rotta. “Si conferma un avvio d’anno decisamente in salita per il commercio”, evidenzia la Confederazione, “prosegue infatti, dopo il peggiore gennaio degli ultimi tre anni, la flessione delle vendite del commercio al dettaglio anche nel mese di febbraio: a certificarlo è Istat che indica la variazione tendenziale più negativa degli ultimi dieci mesi sia in valore (-1,5%) che in volume (-2,5%)”.
Il tracollo dei piccoli esercizi
Per la Confesercenti la situazione per le piccole imprese è sempre più difficile e, sottolinea, “sta assomigliando ad un vero e proprio tracollo: secondo nostre stime, non solo il dato tendenziale mensile registra un calo di -3,4 punti in volume, mentre i primi due mesi dell’anno già segnano una caduta di -2,4 punti percentuali sempre in volume, ma queste cadute si sommano, purtroppo, a quelle registrate dal 2022 ad oggi: tre anni terribili che, dalla ripresa post covid, hanno segnato ininterrottamente una caduta libera pari a -11 punti”.
Consumi e tenuta economica
Uno scenario al ribasso, dunque, che si inserisce in un contesto geopolitico di forte incertezza “acuito fortemente dai dazi di Trump che non lascia presagire nulla di positivo”, osserva la Confederazione, che annota come gli spiragli di un rilancio delle attività per le piccole imprese si allontana di mese in mese. “Il mercato interno e la ripresa dei consumi delle famiglie, in questa fase delicatissima, assumono perciò una valenza fondamentale per la tenuta economica”, prosegue l’analisi della Confederazione,
“Con questi dati, in attesa di capire meglio quali saranno le reali conseguenze della morsa delle tariffe sui mercati mondiali, il risultato di un Pil superiore allo 0,5% sarebbe positivo anche se immaginiamo sempre più difficile da raggiungere”.
Bollette energetiche e inflazione
Altro tema che preoccupa la Confesercenti è l’inflazione che “continua ad accelerare, e rischia di compromettere i consumi di primavera”. A pesare sull’andamento dei prezzi è ancora una volta l’incremento delle bollette, un problema al quale dovrebbe essere trovata una soluzione strutturale.
“La crescita”, puntualizza la Confederazione che analizza i dat Istat, “è infatti dovuta alle componenti più volatili, prima fra tutte i beni energetici non regolamentati. In particolare, la causa risiede nella consistente risalita del prezzo sia del gas che dell’energia sul mercato libero; non del tutto compensata dall’accentuata flessione dei prezzi della benzina e del gasolio per mezzi di trasporto e per riscaldamento”. “È peraltro probabile”, osserva infine la Confesercenti, “che si rilevi anche una diffusione trasversale di questi aumenti, visto che a crescere sono i prezzi anche di molti beni”.