La psicologia sociale delle reti neurali artificiali inizia a percorrere sentieri sempre più “trasformativi” verso la fenomenologia sociale del metaverso. La società civile organizzata, in particolare il terzo settore, guarda ormai nell’ultimo periodo ad un orizzonte che evolve in “socialeavanzato” o “meta-welfare pluridimensionale”. L’introduzione di tecnologie avanzate nel mondo sociale del terzo settore potrebbe rendere le organizzazioni più sostenibili e reattive alle esigenze della società post AI, in particolare quando le AI saranno “archeologia tecnologica”. La psicologia sociale del metaverso si affaccia sulla società attuale con grande vigore “multimediale”. L’analisi del modello dell’unità dell’interfaccia digitale – persona umana (meta digital interface human unity model) affonda le sue radici nel cognitivismo sociale che fa delle sinapsi sociali dei labirinti del profondo intrapsichico oggetto da indagare.
Il metaverso potrebbe essere utilizzato come un nuovo spazio di interazione sociale e di inclusione. E’ la creazione di ambienti virtuali inclusivi per creare spazi virtuali dove le persone in stato di fragilità o di esclusione sociale possano partecipare attivamente alla vita sociale, senza le limitazioni fisiche. Questo potrebbe includere attività sociali, giochi, corsi di formazione, sessioni terapeutiche o persino eventi di supporto emotivo. Reti neurali artificiali nel metaverso potrebbero offrire spazi dove le persone in difficoltà (sociale, economica, psicologica) possano connettersi a modelli di supporto virtuale, ricevere psicologia, praticare attività rilassanti e socializzare senza lasciare la proprie situazioni di confort. Studi, ricerche, generatività sociale per “meta-welfare system” possono sviluppare realtà aumentata.
Il terzo settore ha un potenziale enorme nell’integrare reti neurali artificiali e metaverso per favorire l’inclusione, la partecipazione sociale e la sostenibilità. Il futuro di questa trasformazione dipende dalla capacità di coniugare innovazione ed etica, assicurando che le tecnologie siano sempre al servizio del benessere delle persone e della comunità.
La tecnologia deve rimanere un mezzo e non un fine. Algoretica sempre e non algocrazia.
Quando le AI saranno superate, e il metaverso sarà un’ulteriore spazio sociale da abitare, il “meta-welfare pluridimensionale” non sarà piu’ una realtà trasformatrice ma qualcosa che si evolve in “trasduzione sociale”, un processo di elaborazione sociale dell’informazione umana. E’ l’inizio di un nuovo mondo dove le generazioni si incontrano e le età saranno abitate in piu’ modalità. Benvenuti nel “pluri-metaverso”.
