domenica, 30 Marzo, 2025
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Vino italiano sotto attacco: dazi Usa fino al 200% mettono a rischio un decennio di successi

Il vino italiano è a rischio tempesta oltre Atlantico. Un’eventuale imposizione di dazi fino al 200% da parte degli Stati Uniti potrebbe costare caro alle cantine tricolori, con una perdita stimata tra il 70 e l’80% dell’export verso il primo mercato extraeuropeo  del settore. A lanciare l’allarme è la Consulta Vitivinicola della Coldiretti, presieduta da Francesco Ferreri, che stima un possibile colpo da almeno un miliardo di euro per il comparto. “Il pericolo – avverte Coldiretti – è anche quello di perdere quota di mercato e posizionamento sugli scaffali conquistati nel corso di un decennio che ha visto il valore dell’export di vino negli Usa triplicare”. Una crescita costruita con pazienza e qualità, che ora rischia di sgretolarsi sotto il peso di una nuova ondata protezionista legata all’annunciata guerra commerciale del presidente americano Donald Trump.
Nel primo mandato del Tycoon, il vino italiano era rimasto escluso dalle tariffe che avevano colpito altri prodotti simbolo del Made in Italy, come formaggi e liquori. Ma anche in quel contesto, le vendite avevano comunque segnato un calo del 6%, segno di quanto sia fragile l’equilibrio commerciale in un contesto di incertezza.

6 milioni di euro al giorno di perdite potenziali

Secondo l’analisi della Consulta Vitivinicola basata su dati Istat, il blocco delle spedizioni di vino verso gli Stati Uniti a causa dei timori legati ai dazi potrebbe costare 6 milioni di euro al giorno. Un danno economico immediato, a cui si aggiungerebbe un impatto strutturale: la perdita di spazio sugli scaffali americani a favore di concorrenti internazionali non colpiti dalle nuove tariffe, come Cile, Argentina, Australia o Sudafrica. Il meccanismo è già in moto: il 96% dell’export agroalimentare italiano verso gli USA viaggia via mare, e molti importatori stanno congelando gli ordini per paura che i carichi arrivino a destinazione quando i dazi saranno già attivi. Il risultato? Stallo commerciale, incertezza e perdite che potrebbero diventare irreversibili.
La notizia arriva a pochi giorni dall’apertura del Vinitaly, la più grande fiera del vino italiano, che quest’anno si preannuncia all’insegna della preoccupazione più che della celebrazione. Il settore vitivinicolo rappresenta un pilastro dell’agroalimentare nazionale, sia per valore economico che per immagine internazionale. Perdere terreno negli USA significherebbe anche compromettere la reputazione globale di un prodotto che, da sempre, è sinonimo di eccellenza italiana. “È una sfida che il nostro settore non può affrontare da solo – avvertono i produttori –. Servono azioni diplomatiche rapide, una strategia di tutela dell’export e, soprattutto, il pieno supporto del Governo italiano e delle istituzioni europee”.

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