Funzionari dell’intelligence dell’amministrazione Trump hanno negato, martedì, di aver condiviso materiale classificato in una chat di gruppo riguardante piani militari statunitensi, alla quale un giornalista era stato accidentalmente aggiunto. Il direttore dell’intelligence nazionale, John Ratcliffe, e la direttrice della CIA, Tulsi Gabbard, hanno minimizzato l’episodio durante un’udienza al Senato svoltasi il giorno successivo alla rivelazione del giornalista Jeffrey Goldberg, dell’Atlantic, che aveva avuto accesso a una chat su attacchi pianificati contro le milizie Houthi nello Yemen. L’utilizzo dell’app Signal per la gestione di informazioni riservate è finito sotto esame. Ratcliffe ha ammesso di essere stato incluso nella chat, definendola “legale”, mentre Gabbard ha insistito sull’assenza di informazioni classificate o sensibili. Goldberg, tuttavia, ha affermato che la chat conteneva dettagli su armi, obiettivi e tempistiche, pur scegliendo di non divulgare dati che potessero compromettere la sicurezza nazionale. Gabbard ha dichiarato di non ricordare discussioni su elementi specifici e ha promesso di rivedere l’uso di Signal per informazioni sensibili. Il Consiglio per la sicurezza nazionale ha avviato un’indagine sull’inserimento accidentale di Goldberg nella chat. L’udienza è stata caratterizzata da tensioni, con i democratici che hanno accusato l’amministrazione di scarsa attenzione alla sicurezza nazionale. Il senatore Warner ha criticato la gestione “superficiale” delle informazioni riservate, mentre il senatore Bennet ha definito l’incidente “inaccettabile”, chiedendo maggiore rigore. I repubblicani, invece, si sono concentrati su altre tematiche. Donald Trump ha difeso Waltz, uno dei funzionari coinvolti nella chat, minimizzando l’accaduto e suggerendo di riprendere modalità di comunicazione più tradizionali per evitare situazioni simili in futuro.