Dopo intensi negoziati, Stati Uniti, Russia e Ucraina hanno raggiunto un’intesa sul cessate il fuoco nel Mar Nero e sulla protezione delle infrastrutture energetiche. Tuttavia, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia l’entrata in vigore immediata dell’accordo, il Cremlino frena e pone condizioni legate alla revoca delle sanzioni sull’export agricolo russo. I negoziati a Riad tra le delegazioni statunitense e russa sono stati definiti “complessi ma utili” da Grigory Karasin, presidente del Comitato per gli Affari Internazionali della Federazione Russa. Secondo Karasin, le discussioni hanno riguardato vari temi, tra cui la sicurezza della navigazione nel Mar Nero, in linea con quanto stabilito da una telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump. Tuttavia dopo dodici ore di colloqui, Stati Uniti e Russia non sono riusciti a rilasciare una dichiarazione congiunta, a causa, ha spiegato Mosca, della posizione dell’Ucraina. Il senatore russo Vladimir Chizhov ha confermato che le due parti erano vicine a un’intesa, ma che la resistenza di Kiev ha impedito la formalizzazione dell’accordo.Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha ribadito la posizione di Mosca: la Russia è favorevole alla ripresa dell’iniziativa sul Mar Nero, ma solo con “garanzie chiare e verificabili”. Secondo Lavrov, solo Washington può esercitare la pressione necessaria su Zelensky affinché l’Ucraina cessi gli “attacchi terroristici” contro le infrastrutture russe. Il ministro ha inoltre criticato duramente l’Unione Europea, accusandola di subordinazione agli Stati Uniti e di voler mobilitare missioni militari per proteggere l’Ucraina.
I punti dell’accordo secondo la Casa Bianca
Nonostante le difficoltà, la Casa Bianca ha annunciato di aver raggiunto un’intesa con Mosca e Kiev su cinque punti principali: Garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Nero, evitando l’uso delle navi commerciali per scopi militari; Impedire gli attacchi alle infrastrutture energetiche di entrambi i Paesi; Promuovere lo scambio di prigionieri e il ritorno dei civili ucraini trasferiti con la forza; Sostenere la ripresa del commercio agricolo russo, riducendo i costi assicurativi e migliorando l’accesso ai mercati globali; Proseguire i negoziati per una soluzione diplomatica più ampia.
Zelensky: in vigore immediatamente, il Cremlino frena
Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che il cessate il fuoco è già entrato in vigore e ha promesso di chiedere ulteriori sanzioni e aiuti militari a Trump qualora la Russia violasse l’intesa. Secondo il leader ucraino, gli Stati Uniti garantiranno il rispetto dell’accordo e l’implementazione delle misure concordate. Da parte sua Mosca ha confermato l’intesa sul Mar Nero e sulle infrastrutture energetiche, ma ha precisato che l’accordo entrerà in vigore solo dopo la rimozione delle sanzioni sulle esportazioni agricole russe. Il Cremlino insiste affinché le restrizioni commerciali imposte dall’Occidente vengano eliminate prima di impegnarsi pienamente nel rispetto degli accordi.
“Ci difenderemo se le navi russe si avvicineranno”
Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha confermato la firma dell’accordo, ma ha avvertito che Kiev reagirà a qualsiasi movimento delle navi militari russe al di fuori della zona orientale del Mar Nero. Secondo Umerov, una tale violazione giustificherebbe l’autodifesa ucraina. Il ministro ha inoltre sottolineato l’importanza di ulteriori consultazioni tecniche per definire il monitoraggio dell’accordo. Parallelamente l’Ufficio del Procuratore Generale ucraino ha denunciato che più di 600 bambini sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione russa, con oltre 1.800 feriti. Le regioni più colpite sono Donetsk e Kharkiv, evidenziando il costo umano del conflitto in corso.
Missioni di pace e difesa europea
Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Jean-Pierre Lacroix, ha definito “molto ipotetica” l’ipotesi di una missione di pace in Ucraina, sottolineando l’assenza di un mandato del Consiglio di Sicurezza. Nel frattempo, il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha ribadito la necessità di rafforzare la difesa europea per contrastare eventuali aggressioni future, mentre il Parlamento Europeo discute l’incremento della produzione militare “made in UE”. In questo quadro il ministro degli esteri russo Lavrov ha definito “sognatori” “sia Starmer sia Macron”, in quali “parlano anche di alcune coalizioni che vogliono dispiegare una sorta di missione di pace”. Così facendo, sostiene Lavrov, Londra e Parigi “dimostrano il loro completo fallimento politico ogni giorno che passa”, e ha avvertito che “il volume del petrolio [russo] per i consumatori europei diminuirà drasticamente a causa degli attacchi terroristici di Kiev”.