Ci sono sogni che sembrano irraggiungibili, desideri profondi che si annidano nel cuore di chi crede, spera e lotta per costruire un mondo migliore. Giuseppe Badalamenti, giovane studente siciliano e coordinatore studentesco culturale del Parlamento della Legalità Internazionale, ha sempre nutrito una fede incrollabile in un ideale di giustizia, di pace e di speranza. Un cammino iniziato tra i banchi di scuola, sotto la guida del suo professore, il Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale, Nicolò Mannino. Un percorso che lo ha condotto fino all’incontro più atteso, più sognato, più desiderato: quello con Papa Francesco.
Era il 2024 quando Giuseppe e suo padre hanno avuto l’immensa gioia di varcare le porte del Vaticano e stringere la mano del Santo Padre. Un momento che non è stato soltanto un incontro, ma una consacrazione di un percorso di impegno e dedizione. Nel suo cuore, Giuseppe portava con sé non solo la gratitudine per quell’udienza speciale, ma anche il desiderio di lasciare un segno tangibile della sua esperienza. Per questo, con emozione e orgoglio, ha consegnato al Papa il progetto formativo e culturale “Ricercatori dell’Alba”, simbolo di un’educazione fondata sulla legalità e sulla fratellanza, e una lettera nella quale ha raccontato la sua crescita umana e culturale all’interno della grande famiglia del Parlamento della Legalità Internazionale.
Ma la storia non finisce qui. Il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, e quindi del suo onomastico, Giuseppe ha ricevuto una risposta che ha reso quel sogno ancora più grande: una lettera ufficiale dal Vaticano, firmata dall’Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Monsignor Roberto Campisi, a nome di Sua Santità Papa Francesco. Un messaggio che non solo riconosceva il valore del suo impegno, ma che lo elevava a esempio di giovane custode della giustizia e della pace. “La giustizia è fondamentale per la convivenza pacifica nella società: un mondo senza leggi che rispettano i diritti sarebbe un mondo in cui è impossibile vivere, assomiglierebbe a una giungla”, si legge nel testo, in cui il Pontefice ha voluto sottolineare come “i giusti siano sognatori che custodiscono in cuore il desiderio di una fratellanza universale”.
Queste parole, giunte nel giorno più significativo per Giuseppe, non sono soltanto una benedizione, ma un riconoscimento profondo del suo operato e di quello del Parlamento della Legalità Internazionale. Il Santo Padre ha apprezzato e incoraggiato il cammino di questo giovane siciliano, estendendo la sua Benedizione Apostolica anche agli amici e ai familiari di Giuseppe, esortandoli a continuare a camminare insieme sulla via della gioia e della fratellanza.
Questa storia ci insegna che i sogni più grandi non sono irraggiungibili se accompagnati dalla perseveranza, dalla passione e dall’impegno quotidiano. Giuseppe Badalamenti ha dimostrato che i giovani non sono spettatori passivi della società, ma possono esserne protagonisti attivi, capaci di lasciare un segno indelebile. E ora, con lo sguardo rivolto al futuro, il suo cammino continua, con la consapevolezza che la giustizia e la legalità non sono solo valori astratti, ma scelte concrete da vivere ogni giorno.
Di Leonardo Lamberto Scaglione