Dalle cronache politiche degli ultimi giorni all’interno della maggioranza di governo per qualcuno sarebbero affiorate tensioni evidenti, soprattutto tra i due Vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Divergenze di stile, di toni e forse anche di strategia politica, che negli ultimi giorni sono finite sotto la lente dei media e hanno richiesto interventi rassicuranti da più parti per evitare che l’incendio si propaghi. Al centro della scena, come spesso accade in questi casi, c’è anche Giorgia Meloni. Fonti vicine a Palazzo Chigi riferiscono che il Premier non abbia gradito alcune recenti sortite del leader della Lega su temi di politica estera. Un terreno, questo, che la Meloni considera particolarmente sensibile e riservato all’azione del Ministero degli Esteri, guidato proprio da Tajani.
Il Vicepremier leghista ha infatti avviato contatti diretti su dossier internazionali di peso: ha parlato con il Vicepresidente americano Vance di Alta Velocità, con il Premier israeliano di risorse idriche e ha discusso del ponte sullo Stretto con le istituzioni europee. Azioni che, nella sostanza, rientrano nel suo ruolo di Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma che nella forma sono parse a qualcuno come una forzatura, se non uno sconfinamento. Tanto da provocare, sembrerebbe, un’irritazione silenziosa, ma tangibile, del Presidente del Consiglio. Salvini, però, smentisce ogni tensione e respinge al mittente ogni accusa: “Con Tajani abbiamo rapporti splendidi. Leggo i giornali e sorrido. Faccio il mio lavoro ed è sorprendente che qualcuno contesti il fatto che, da ministro, parli di investimenti e progetti con interlocutori internazionali”.
“Nessuna rottura”
Dalla sponda azzurra, è il Portavoce nazionale Raffaele Nevi a gettare acqua sul fuoco: “I toni sono diversi, ovvio, ma non è una novità. In Europa stiamo in famiglie diverse. Tajani ha parlato di un partito serio, non di un partito di quaquaraquà, come qualcuno ha voluto intendere. Non ci sono problemi nella maggioranza e non ci sarà nessun vertice per fare chiarezza”. In effetti, nei voti parlamentari recenti, la coalizione di Centrodestra ha mantenuto una compattezza formale, come sottolineano diversi esponenti. Ma il clima tra i vertici delle forze di governo appare tutt’altro che disteso. A provare a raffreddare ulteriormente gli animi è anche Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e fedelissimo di Meloni: “Con Salvini i rapporti sono eccezionali, così come con Tajani. Non ci sono mai stati scontri su questioni che impattano sulla vita dei cittadini. Abbiamo valori comuni, poi è naturale che le declinazioni possano essere diverse”.
La linea sovranista
Ma è proprio nelle “declinazioni” che le differenze si notano. Salvini continua a spingere su un’agenda dal profilo marcatamente sovranista, con toni spesso più affini a quelli della destra americana che alle posizioni del Partito Popolare Europeo di Tajani. A Como, il leader della Lega ha lodato il ruolo di Donald Trump nel riavvicinamento tra Russia, Ucraina e Stati Uniti: “È emozionante che si parlino. Se si arrivasse a una tregua per Pasqua sarebbe un segnale storico”. Parole che non sono piaciute a tutti, in un momento in cui l’Italia e l’Europa tengono il punto sul sostegno all’Ucraina nel conflitto con Mosca.