venerdì, 28 Marzo, 2025
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Cultura

“Via della Poesia”: la parola che ridisegna il mondo

Nella giornata dedicata alla poesia, Mario dal Mare trasforma la storica via romana in un laboratorio a cielo aperto, dove parole scritte recitate e cantate si intrecciano in un’esperienza poetica aperta a tutti per riscoprire la funzione originaria del verso: non solo testo, ma gesto, voce, incontro

In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, il 21 marzo, nel cuore di Roma, tra il respiro arcaico delle pietre e il brusio incessante della modernità, la poesia ha trovato ancora una volta il suo spazio naturale. Via dei Cappellari si è trasformata in un palcoscenico vibrante di versi, voci e note. L’iniziativa, ideata da Mario dal Mare e Andrea Bottai della Galleria Pian dè Giullari, ha saputo coniugare tradizione e sperimentazione, recuperando una dimensione collettiva dell’arte che troppo spesso si smarrisce nell’individualismo contemporaneo. “Percepiamo lo stare insieme – si legge in uno dei manifesti poetici, realizzati dallo Spazio Y di Paolo Assenza – come atto di bellezza”. E di “resistenza”. Il tema della serata, “Ri-esistenze”, si inserisce, infatti, nella continuità delle “Lezioni di Resistenza” organizzate dallo Spazio Y, mettendo in luce la capacità della poesia di farsi atto culturale e politico.

La parola come materia viva tra memoria e presente

Non è un caso che questo evento si sia svolto proprio in Via dei Cappellari, un angolo di Roma che conserva intatta la sua anima artigiana e il suo fascino rinascimentale. La strada, un tempo dimora di maestri cappellai, è caratterizzata dalla presenza dell’Arco dei Cappellari, costruito nel 1473 per collegare le proprietà della famiglia Calvis. Questo passaggio aereo, che unisce simbolicamente le due sponde della via, diventa ora luogo di transito non solo fisico ma anche poetico, capace di ospitare e amplificare le voci di chi, attraverso la parola, ridisegna il mondo.

Nel tempo la profondità storica e artistica dell’evento ha assunto una dimensione in più, nel ricordare il più grande librettista dell’opera seria italiana, Pietro Metastasio, che nacque proprio in Via dei Cappellari, al civico 30. La sua poesia, destinata alla musica, testimonia quanto il verso non sia mai un’entità isolata, ma viva e pronta a trasformarsi nel dialogo con altre arti. Trasformare in “via della poesia” un luogo che ha dato i natali a chi fece della parola cantata un’arte suprema, significa far tornare la poesia al suono della voce, al corpo come supporto, in sinergia persino fisica con i muri che ospitano versi di giovani poeti.

L’evento ha avuto, quindi, una duplice anima: da un lato, la poesia scritta, fissata sui muri della strada in una sorta di museo a cielo aperto; dall’altro, la poesia orale, restituita alla sua vocazione originaria di voce e corpo, grazie soprattutto alla guida poetica di Mario dal Mare che ha accompagnato il pubblico lungo un immaginifico, un viaggio tra i versi e le storie che intrecciano la vita della città. Particolarmente suggestiva è stata la performance della giovane cantante Nori, che sotto l’archetto ha fatto risuonare la propria voce.

Un atto di Ri-esistenza

L’iniziativa ha dimostrato che la poesia non è un monologo interiore e intimista, come spesso viene fraintesa, ma un fenomeno collettivo, capace di emergere e fiorire nel contesto urbano. Le parole, liberate dalle pagine e affidate ai muri o alla voce, acquisiscono una nuova vita, si fanno incontro, sorpresa, inciampo felice per chi passeggia. In un’epoca in cui la comunicazione si consuma nella rapidità e nella distrazione, eventi come questo restituiscono alla poesia il suo ritmo, il suo respiro, la sua capacità di incidere sulla realtà.

Ma “Via della Poesia” è stato anche, e soprattutto, un atto di resistenza, un gesto semplice, ma rivoluzionario, un tantino vandalistico, ma con lo scopo di rivalorizzare lo spazio pubblico. Attaccare versi sui muri e restituire la parola al corpo e alla voce ha riportato Via dei Cappellari alla sua vocazione di spazio di incontro e di scambio.

Resistenza contro l’appiattimento culturale, contro la sparizione degli spazi di incontro, contro l’oblio della memoria storica e artistica. In un mondo in cui la velocità e la superficialità sembrano divorare ogni forma di umanità, il gesto di attaccare poesie sui muri e di dare voce alla parola in uno spazio pubblico assume un valore politico e sociale. È un’azione che rifiuta il silenzio imposto dal pragmatismo economico e dall’isolamento digitale e che rivendica il diritto all’arte come esperienza condivisa, viva, capace di trasformare il tessuto urbano e umano. Via dei Cappellari si è fatta simbolo e luogo di questa resistenza poetica in cui la bellezza si oppone alla dimenticanza, in cui la parola si fa atto e la poesia riconquista il suo ruolo di strumento di libertà.

Aprile dedicato al tema della “Resurrezione

La “Via della Poesia” proseguirà nel mese di aprile con il tema della “Resurrezione”, in concomitanza con il periodo giubilare. È previsto il ripristino dell’antica edicola contenente il “Cristo dei Cappellari”, un capolavoro sottratto alla devozione popolare, con lo scopo di risvegliare il senso di custodia degli abitanti verso i luoghi, partendo dall’Archetto di Santa Margherita, bonificato per tornare a essere teatro di arte e messe in scena, trasformandosi in una galleria urbana. I cittadini e gli appassionati d’arte sono invitati a partecipare contribuendo attivamente alla rinascita culturale di Via dei Cappellari e alla valorizzazione del suo patrimonio storico e artistico.

Per ulteriori dettagli sugli eventi in programma, è possibile consultare la pagina Facebook della Galleria Pian Dè Giullari.

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