Un tribunale turco ha disposto l’incarcerazione del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, principale avversario politico del presidente Tayyip Erdogan, insieme ad altre 20 persone, in attesa di processo per presunte accuse di corruzione. La decisione potrebbe innescare proteste rilevanti contro il governo. L’arresto di del 54enne Imamoglu ha suscitato critiche da parte del principale partito di opposizione, di leader europei e di decine di migliaia di manifestanti, i quali hanno denunciato l’azione come politicizzata e contraria ai principi democratici. In un’accusa separata legata al terrorismo, il tribunale ha deciso di rilasciare il sindaco sotto misure di controllo giudiziario, evitando così che il governo possa nominare un fiduciario per la gestione della città più grande del paese. Imamoglu, che alcuni sondaggi indicano in vantaggio su Erdogan, ha respinto tutte le accuse, definendole “calunnie e accuse inaccettabili”. Sempre domenica, il Partito Popolare Repubblicano (CHP), principale forza di opposizione, ha votato per designarlo come candidato alle prossime elezioni presidenziali. Sebbene non siano previste elezioni generali prima del 2028, una ricandidatura di Erdogan richiederebbe il sostegno parlamentare per elezioni anticipate, poiché il leader turco raggiungerà il limite massimo del suo mandato entro quella data. Il governo nega qualsiasi motivazione politica nelle indagini, sostenendo l’indipendenza dei tribunali, e ha avvertito contro nuove proteste, considerando il divieto nazionale di raduni, esteso per ulteriori quattro giorni. Nonostante il divieto, migliaia di persone si sono radunate sabato davanti al municipio di Istanbul e al principale tribunale della città. Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono proseguiti per la terza notte consecutiva nella provincia di Smirne e nella capitale Ankara, dove sono stati utilizzati idranti contro la folla. Il ministro degli Interni.
