In un Paese in cui ogni anno cadono oltre 300 miliardi di metri cubi di pioggia, il paradosso è evidente: gran parte dell’acqua piovana finisce dispersa nei 230mila chilometri di canali che la convogliano direttamente al mare. Una perdita che oggi appare intollerabile di fronte alla crescente scarsità idrica. La situazione più grave si registra in Puglia, dove gli invasi del Tavoliere segnano un deficit di 100 milioni di metri cubi rispetto allo stesso periodo del 2024. Senza un’improvvisa e copiosa inversione meteorologica, l’estate 2025 si preannuncia drammatica: l’acqua potrebbe non bastare neppure per l’irrigazione, con ripercussioni anche sulla fornitura potabile. Gli agricoltori sono in allarme e chiedono interventi immediati.
Allarme anche in Sardegna, dove il livello medio di riempimento degli invasi nel Nord-Ovest è crollato al 44,8%. Particolarmente critica la situazione nella Nurra e nell’area di Alghero. Coldiretti avverte: se non pioverà, l’acqua sarà destinata solo alle colture di pregio, lasciando a secco il resto dell’agricoltura. Anche gli allevatori rischiano grosso: le scorte potrebbero non bastare per garantire il fabbisogno idrico degli animali nei prossimi mesi.
Basilicata a secco
In Basilicata, l’inverno anomalo e mite ha aggravato un deficit idrico che sfiora i 100 milioni di metri cubi. La provincia di Potenza è tra le più colpite: nel Lavellese, gli agricoltori sono ancora incerti se procedere o meno alla prenotazione delle piantine di pomodoro, vista la scarsa disponibilità d’acqua. Anche nel Materano la situazione è preoccupante, con fiumi in secca e allevamenti in difficoltà. Coldiretti ha ottenuto l’apertura di un tavolo permanente con le autorità regionali per affrontare le emergenze e pianificare soluzioni di lungo periodo. In Sicilia, nonostante le piogge invernali, l’emergenza non accenna a rientrare. Nel Trapanese, la diga Garcia contiene appena 18 milioni di metri cubi d’acqua, un livello che – senza nuove precipitazioni – garantirà le forniture solo fino a settembre. L’invaso Arancio, fondamentale per l’olivicoltura da mensa, è anch’esso al di sotto del livello di sicurezza: mancano all’appello almeno 2 milioni di metri cubi d’acqua per arrivare alla prossima raccolta.
L’emergenza idrica che coinvolge milioni di ettari di terre coltivate impone un cambio di passo nella gestione delle risorse. Coldiretti, insieme all’Anbi (Associazione nazionale delle bonifiche), ha presentato un progetto per la realizzazione di un sistema di bacini di accumulo con pompe per raccogliere e conservare l’acqua piovana. L’obiettivo: raddoppiare la capacità di stoccaggio, garantire risorse idriche per l’agricoltura, l’uso civile e l’energia idroelettrica, e ridurre i rischi di esondazioni causate da piogge intense.