Eddie Jordan, ex proprietario dell’omonimo team di Formula 1, si è spento all’età di 76 anni. Affettuosamente conosciuto come “EJ”, ha guidato il team Jordan negli anni ’90 e nei primi anni 2000. Dopo aver venduto la scuderia nel 2005, si è reinventato come opinionista popolare, apprezzato per il suo humor e il suo stile unico. Jordan lottava contro un cancro alla vescica e alla prostata, che si era diffuso alla colonna vertebrale e al bacino. La sua famiglia ha comunicato che è morto serenamente giovedì a Città del Capo, circondato dai suoi cari. “EJ ha portato carisma, energia e il suo inconfondibile fascino irlandese ovunque andasse. Ci lascia ricordi preziosi che ci faranno sorridere anche nel dolore”, si legge nella dichiarazione ufficiale. Stefano Domenicali, presidente della Formula 1, lo ha ricordato come “un protagonista di un’epoca della F1”. Jordan debuttò nella massima categoria nel 1991, dando a Michael Schumacher l’opportunità di correre la sua prima gara. Christian Horner, attuale team principal della Red Bull, ha condiviso un consiglio di Jordan che ricorda con affetto: “Trova un buon sponsor… benvenuto nel Piranha Club!” Anche Flavio Briatore ha reso omaggio, dichiarando: “Eddie era una persona straordinaria. La sua mancanza si farà sentire nel paddock”. Jordan ha lanciato la carriera di talenti come Damon Hill, Rubens Barrichello e Heinz-Harald Frentzen. La sua scuderia vinse quattro Gran Premi prima della vendita nel 2005. Oggi, il team gareggia sotto il nome di Aston Martin il cui team principal, Andy Cowell, ha ricordato EJ come “un leader carismatico e un visionario”. Quando rese pubblica la sua diagnosi, Jordan lanciò un appello significativo: “Non rimandate, fatevi controllare. Prendetevi cura del vostro corpo”. Il suo messaggio rimane un’eredità preziosa, accanto ai tanti ricordi che ha lasciato nel cuore degli appassionati di Formula 1.