venerdì, 21 Marzo, 2025
Esteri

Gaza sotto assedio, centinaia di vittime, palestinesi in fuga. Proteste a Gerusalemme

Esercito israeliano avvia operazione di terra nel nord della Striscia, ordina evacuazioni. Hamas: oltre 700 morti in tre giorni.

La Striscia di Gaza continua a essere teatro di una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi anni. L’esercito israeliano ha avviato un’operazione di terra nel nord della Striscia, intensificando gli scontri e provocando nuove vittime tra la popolazione palestinese. Nel frattempo, manifestazioni e proteste si moltiplicano in Israele e Cisgiordania, aumentando la tensione in tutta la regione. L’Idf ha imposto severe restrizioni ai movimenti dei civili. La strada Salah al-Din, una delle principali arterie di Gaza, è stata interdetta al passaggio dei residenti per ragioni di sicurezza. Il portavoce dell’Idf, Avichay Adraee, ha dichiarato su X che avvicinarsi alle truppe israeliane è vietato. Le conseguenze dell’offensiva sono devastanti: la Protezione Civile di Gaza ha riportato almeno 504 morti dall’intensificarsi degli attacchi israeliani, di cui oltre 190 minori. Gli ospedali della Striscia sono al collasso, con gravi carenze di forniture mediche, mentre oltre 196 persone risultano ancora disperse sotto le macerie. Secondo il portavoce dell’ospedale dei Martiri di al-Aqsa, nelle ultime 48 ore i raid israeliani hanno provocato oltre 710 vittime e circa 900 feriti, di cui il 70% donne e bambini.

La risposta di Hamas

In risposta all’operazione militare israeliana, Hamas ha rivendicato il lancio di razzi M90 su Tel Aviv, definendolo una reazione ai “massacri sionisti contro i civili”. L’Idf ha riferito che tre razzi sono stati lanciati da Gaza verso il centro di Israele: uno è stato intercettato, mentre gli altri due sono caduti in zone disabitate. Questo attacco segna un’escalation nel conflitto e potrebbe intensificare ulteriormente le operazioni militari israeliane.

Tentativi di mediazione

Mentre la violenza si intensifica, si moltiplicano gli sforzi diplomatici per raggiungere un cessate il fuoco. Secondo il quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, una delegazione di Hamas sarebbe attesa oggi al Cairo per colloqui con mediatori egiziani. L’obiettivo è discutere la possibilità di un accordo che preveda il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio di concessioni nella seconda fase di un eventuale cessate il fuoco. Nel frattempo, fonti egiziane riferiscono che una delegazione israeliana ha già incontrato il capo dell’intelligence egiziana Hassan Rashad per negoziazioni lampo.

Arresti in Cisgiordania

Anche in Cisgiordania la situazione è sempre più tesa: le forze israeliane hanno arrestato 19 palestinesi in diverse operazioni tra Hebron, Betlemme e il campo profughi di Dheisheh. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, durante i raid le IDF hanno temporaneamente fermato circa 20 persone, sottoponendole a interrogatori descritti come “duri”.

Proteste in Israele

La ripresa della guerra sta generando profonde spaccature anche a Tel Aviv, dove i famigliari degli ostaggi hanno organizzato nuove proteste per chiedere al governo Netanyahu di fermare le operazioni militari e di negoziare il rilascio dei sequestrati. Manifestanti e attivisti accusano il premier di “giustiziare gli ostaggi” e di dare priorità alla politica interna piuttosto che alla salvezza dei cittadini prigionieri. Secondo il Forum delle Famiglie degli Ostaggi, almeno 41 persone avrebbero già perso la vita a causa dell’operazione militare in corso. Le tensioni politiche sono aumentate ulteriormente dopo le dichiarazioni del ministro dell’ultradestra, Itamar Ben-Gvir, che ha accusato i manifestanti anti-Netanyahu di essere “contro Israele”. In un post sui social media, Ben-Gvir ha affermato che le proteste non sono più rivolte solo contro il governo, ma contro lo Stato stesso, e ha paragonato le loro azioni a un “rifiuto di sostenere la guerra a Gaza”.

Bambini malati trasferiti in Italia

In questo scenario drammatico, emergono anche iniziative umanitarie. Negli ultimi giorni, decine di bambini palestinesi gravemente malati sono stati evacuati da Gaza e trasferiti in Italia per ricevere cure mediche. Le operazioni, coordinate dalla Farnesina in collaborazione con l’OMS e le autorità israeliane, hanno permesso il trasferimento di 27 pazienti e familiari attraverso il valico di Kerem Shalom, con voli militari diretti verso ospedali italiani specializzati. L’Italia si conferma così uno dei principali paesi occidentali impegnati nell’evacuazione di civili dalla Striscia, con un totale di 107 minori e 286 persone assistite finora.

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