martedì, 18 Marzo, 2025
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Confapi chiede chiarezza sull’obbligo di polizze catastrofali: troppe incognite per le Pmi

Il tema dellʼobbligo di sottoscrizione delle polizze catastrofali per le imprese continua a generare preoccupazioni tra gli imprenditori italiani. A sollevare la questione è il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, che ha ribadito l’urgenza di fare chiarezza su criteri di applicazione, costi e valore dei premi assicurativi. L’associazione che rappresenta le piccole e medie imprese italiane si dice favorevole alla mutualizzazione del rischio, ma chiede certezze e una proroga della scadenza attualmente fissata al 31 marzo. Secondo Confapi, la mutualizzazione del rischio attraverso le assicurazioni rappresenta un vantaggio per le PMI, spesso esposte agli effetti devastanti degli eventi climatici estremi. “Le piccole e medie aziende non sempre riescono a far fronte alle conseguenze di eventi atmosferici gravi e imprevedibili. In molti casi, questi eventi possono portare alla chiusura definitiva dell’attività”, ha dichiarato Camisa. La frequenza crescente di fenomeni meteorologici violenti rende quindi sempre più necessario un meccanismo di tutela che garantisca la sopravvivenza delle imprese colpite.
Ma Confapi sottolinea che l’introduzione di un obbligo assicurativo senza definire in modo chiaro le modalità di applicazione può rappresentare un ulteriore peso economico sulle aziende. “Queste polizze comportano un indubbio aumento dei costi per le imprese, che meritano di avere certezze sui criteri di applicazione e sulla determinazione dei premi assicurativi”, ha aggiunto Camisa.

Le criticità del decreto

Uno dei principali problemi evidenziati da Confapi riguarda la mancanza di simulazioni sui costi dei premi. “Nonostante il principio di proporzionalità del premio rispetto al rischio, al momento non vi è alcuna simulazione disponibile”, ha spiegato il Presidente di Confapi. Questa situazione genera forte incertezza, poiché i dati necessari per calcolare i costi assicurativi sono in possesso esclusivo delle compagnie assicurative, senza che le imprese abbiano strumenti per valutarli autonomamente. Un altro punto critico riguarda la modalità di riduzione dei premi per le imprese che adottano miglioramenti infrastrutturali e misure preventive contro i rischi climatici. “Non è chiaro in che modo questi investimenti verranno considerati dalle assicurazioni e quali benefici effettivi apporteranno alle aziende in termini di riduzione dei premi”, ha sottolineato Camisa.
Un ulteriore aspetto di incertezza riguarda le conseguenze per le imprese che decidono di non sottoscrivere la polizza. Il decreto stabilisce in maniera generica che “se ne terrà conto” nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubbliche, senza però chiarire in che modo e in quale misura. “Non sappiamo quali agevolazioni saranno precluse, né i criteri che verranno adottati per penalizzare le imprese non assicurate. Questa incertezza può creare un clima di sfiducia tra le aziende”, ha affermato Camisa.
Un altro problema è la definizione troppo generica di “abuso edilizio”, che potrebbe creare difficoltà interpretative e rischi di esclusione arbitraria dalle coperture assicurative. “Serve maggiore chiarezza su questo aspetto per evitare ulteriori incertezze e disparità di trattamento”, ha aggiunto il Presidente di Confapi.

Proporzionalità per le Pmi

Confapi sottolinea inoltre la necessità di introdurre criteri di proporzionalità in base alla dimensione dell’impresa. Secondo Camisa, sia la franchigia sia i limiti di indennizzo dovrebbero essere differenziati a seconda delle dimensioni aziendali, per evitare che le Pmi siano penalizzate rispetto alle grandi imprese. Infine, l’associazione chiede la creazione di un tavolo di monitoraggio che coinvolga non solo le compagnie assicurative, ma anche le associazioni di categoria. “Il decreto non prevede alcun meccanismo di monitoraggio composto da più agenzie assicuratrici in cui anche le associazioni datoriali possano avere un ruolo. È fondamentale garantire un confronto continuo per evitare che le piccole imprese siano lasciate sole contro le grandi compagnie assicurative”, ha concluso Camisa.

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