Speranza, ansia e angoscia hanno spinto un folto gruppo di cittadini, tra cui anche nomi eccelsi del mondo dello spettacolo e delle associazioni animaliste, a manifestare pochi giorni fa sotto la sede del sotto il Tar del Lazio per chiedere, ancora una volta, la salvezza di 1.600 cuccioli di beagle, che il centro ricerche Aptuit
ha richiesto per gli stabulari di Verona. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha, però, rinviato a giugno la sentenza su una questione che tocca i sentimenti di tanta parte della popolazione, se si tiene conto che il 42% degli italiani vive con un cane. I manifestanti chiedono come possano coesistere, in una società evoluta, norme che tutelano la salute fisica degli animali e la loro relazione con gli umani e norme e che consentono di far subire loro, in nome del ricerca e del progresso scientifico, malattie, sofferenze e morte.
La legge italiana
In realtà, sul suolo Italiano, dopo la mobilitazione di massa del 28 aprile 2012 che portò alla chiusura del canile Green Hill e alla salvezza dei beagles lì detenuti, su impulso dell’Onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Associazione animalista Leida, è stata approvata una legge che vieta l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione. Si tratta di una norma fortemente sostenuta dall’opinione pubblica, ma che sembra essere resa inefficace dalle importazioni di animali dall’estero, sollevando proteste in tutto il territorio nazionale.
La denuncia delle associazioni animaliste
I legali della Lav, che nel 2021 ha denunciato il transito di beagle dalla Francia destinati a sperimentazioni invasive da parte di Aptuit, hanno voluto presenziare all’udienza del Tar dell’11 marzo scorso. “Dal 2021 noi di Lav – spiega Valeria Albanese, responsabile sperimentazione senza animali della Associazione – abbiamo portato avanti azioni di mobilitazione, istituzionali e legali, per far luce sul mondo della sperimentazione, finora tenuto all’oscuro. Grazie a queste azioni, la Procura di Verona ha fatto partire delle indagini e delle ispezioni che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due dipendenti dell’ azienda Aptuit con accuse gravissime oltre che sequestrare più di 50 animali”. “Non ci siamo fermati nonostante il grande risultato – prosegue la dirigente Lav – e attraverso nuove azioni legali abbiamo sospeso tre autorizzazioni che prevedevano l’utilizzo di quasi 2.000 cani in tutto, un risultato storico mai ottenuto prima. Ora attenderemo le prossime udienze e ci auguriamo che tutte le irregolarità riscontrate portino gli organi di giustizia a far luce sul caso, con la speranza che le autorizzazioni sospese non possano più riprendere”.
Le autorizzazioni incriminate, sospese fino all’udienza del prossimo 10 giugno 2025, riguardano, come abbiamo detto, la sorte di oltre 1.600 animali. “Sono più di cento anni che lottiamo per fermare la sperimentazione o vivisezione che dir si voglia – ha dichiarato Gianmarco Prampolini, presidente della Lega Antivivisezione Leal – , ma non cambia molto, gli animali sono destinati a esperimenti cruenti, a torture in nome di una falsa scienza finalizzata, dicono i responsabili, alla tutela del benessere umano. Tutto ciò imposto dalla legge, che tutela con denaro pubblico questa ricerca, che nulla ha portato se non al carrierismo e al profitto”.
Eppure sarebbe possibili ricorrere a metodi sostitutivi. “Esiste in Italia una buona legge sull’ obiezione di coscienza – prosegue Prampolini -, che dovrebbe fornire tecnologie sostitutive al modello animale e formare nuovi ricercatori, ma non viene applicata. Vengono usati topini, ratti (facili da maneggiare), cani, gatti, scimmie. Si parla di benessere animale mentre li si ammala, siamo al ridicolo. La vivisezione non è finita, è in continuo aumento, lo dimostrano gli esperimenti sugli animali transgenici, dove milioni di animali vengono massacrati. Questo è il triste quadro, a tinte rosse come il fiume di sangue che scorre nei laboratori”.
Protestano anche i cittadini
A manifestare sotto al Tar anche molti cittadini rappresentati da Lorella Ravaldini . “La sperimentazione con l’uso di animali è una barbarie inaccettabile per una società civile”, ha commentato la rappresentante civica. “L’esito dell’udienza ci lascia profondamente insoddisfatti – sottolinea Riccardo Manca, a capo degli attivisti animalisti -. Il rinvio lascia di fatto un cono d’ombra sugli esperimenti praticati sui beagle, poiché i ricorsi delle varie associazioni non garantiscono la completa sospensione delle torture sui poveri cani. Ci opporremo con ogni mezzo a chi nel 2025 propone ancora una metodologia ‘medievale’ e non predittiva dei rischi sull’uomo, come modello scientifico”.
Gli artisti raccolgono firme per una legge europea

Massimo Wertmuller, Anna Ferruzzo, Andrea Roncato e Nicole Roncato sono solo alcuni degli artisti che hanno affiancato in strada i dimostranti in difesa di creature innocenti e inermi, sulla cui sorte pende una terribile sentenza di morte. Anche Tullio Solenghi ed Elisa D’Eusanio hanno voluto partecipare affidando ai social i loro video- messaggi. “Il tar rimanda – denuncia l’attore Massimo Wertmuller -. Vuol rimandare una scelta che è una responsabilità. E una scelta che significa stare dalla parte della vita e dell’empatia oppure dalla parte delle lobby e del solito meccanismo. Sulla pelle di quelle povere creature. Mentre si attende che finalmente qualcuno investa su una ricerca senza animali si può solo sperare nella sensibilità dei giudici o forse che qualcuno di loro possa avere un cane che lo aspetta a casa”. Massimo Wertmuller, Elisa D’Eusanio, Claudia Zanella, Loredana Cannata, Claudio Colica, Chiara Canzian, Red Canzian, Daniela Martani sono anche i testimonial italiani di una campagna europea di raccolta firme contro la sperimentazione animale, che ha ottenuto un grande successo raccogliendo un milione e quattrocentomila adesioni, nella speranza di una regolamentazione europea.