mercoledì, 12 Marzo, 2025
Esteri

A Gedda i colloqui USA-Ucraina. L’ipotesi: tregua di trenta giorni

L’America revoca immediatamente la sospensione degli aiuti. Zelensky e bin Salman siglano un accordo di cooperazione economica. Kiev rivendica attacco a Mosca con 337 droni

Nel tentativo di raffreddare il conflitto in Ucraina, i rappresentanti di Washington e Kiev si sono incontrati ieri a Gedda per una nuova tornata di negoziati. Il vertice segna un momento cruciale nei tentativi di mediazione del conflitto ucraino, ma gli sviluppi militari complicano il quadro: nella notte, le difese russe hanno abbattuto centinaia di droni ucraini diretti verso Mosca.

Kiev propone tregua limitata

Mike Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa e Marco Rubio, segretario di Stato Usa
Mike Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa e Marco Rubio, segretario di Stato Usa

L’incontro si è svolto in un hotel di lusso della città portuale saudita. Presenti al tavolo, tra gli altri, il segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita. Secondo la Casa Bianca, i colloqui – durati oltre otto ore – sono stati “produttivi” e hanno rappresentato “progressi concreti” nella trattativa. Tra i punti discussi, la possibilità di un cessate il fuoco mirato nel Mar Nero, con l’obiettivo di garantire la sicurezza delle rotte commerciali marittime, e la sospensione degli attacchi missilistici a lungo raggio. Kiev ha inoltre avanzato la proposta di scambio prigionieri. Tuttavia, Mosca si mostra inflessibile: il Cremlino ha ribadito che accetterà un cessate il fuoco solo se l’Ucraina rinuncerà alla NATO e riconoscerà le regioni occupate come parte della Russia. Alla fine dei colloqui, l’Ucraina ha accettato la proposta degli Stati Uniti di 30 giorni di tregua. “Ora la palla per la tregua in Ucraina è nel campo della Russia”. ha detto il segretario di Stato Usa Marco Rubio. Nella dichiarazione congiunta dopo i colloquisi legge inoltre che Stati Uniti e Ucraina hanno trovato un accordo sui minerali, che sarà concluso “il prima possibile”. Il risultato per Kiev è quindi estremamente concreto: gli Usa “revocheranno immediatamente” la sospensione degli aiuti, e della condivisione di informazioni di intelligence con l’Ucraina.

Cooperazione Arabia Saudita-Ucraina

Volodymyr Zelensky, Presidente dell'Ucraina e Mohammed bin Salman al Saud, Primo Ministro dell'Arabia Saudita
Volodymyr Zelensky, Presidente dell’Ucraina e Mohammed bin Salman al Saud, Primo Ministro dell’Arabia Saudita

A margine dell’incontro di Gedda, il presidente Zelensky e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman hanno diffuso un comunicato congiunto annunciando un rafforzamento delle relazioni economiche tra Ucraina e Arabia Saudita. L’intesa prevede l’aumento degli investimenti sauditi nei settori energetico, agricolo e delle infrastrutture in Ucraina, nonché una maggiore cooperazione nel comparto petrolifero e della sicurezza alimentare.

Trump e Witkoff

Oltre ai negoziati in Arabia Saudita, gli Stati Uniti stanno portando avanti un’altra iniziativa diplomatica: giovedì l’inviato speciale Steve Witkoff volerà a Mosca per incontrare Vladimir Putin. L’agenda del viaggio prevede discussioni su un possibile cessate il fuoco e sulla questione degli ostaggi americani detenuti in Russia. Donald Trump, intanto, continua a giocare un ruolo chiave nella gestione della crisi. Giovedì 13 marzo Trump riceverà alla Casa Bianca Mark Rutte, segretario generale della NATO, per discutere il futuro dell’Alleanza Atlantica alla luce del conflitto ucraino.

Attacco ucraino a Mosca

Mentre a Gedda si discuteva di pace, i cieli di Mosca sono stati attraversati da una pioggia di droni. Secondo il ministero della Difesa russo, la notte scorsa le difese aeree hanno abbattuto 337 droni ucraini, di cui 91 diretti alla capitale e 126 intercettati nella regione di Kursk. Si tratta dell’attacco più vasto contro la Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022. Kiev ha rivendicato l’operazione, dichiarando di aver colpito “obiettivi strategici russi”, tra cui la raffineria di petrolio di Mosca, che fornisce fino al 50% del carburante della capitale. “Questo è un altro segnale a Putin affinché consideri seriamente una tregua aerea”, ha affermato il portavoce ucraino Andriy Kovalenko. Il Cremlino ha reagito con durezza, accusando Kiev di aver colpito infrastrutture civili e dichiarando che l’attacco “potrebbe compromettere i colloqui di pace” in corso.

Divergenze all’ONU

Con l’Europa, invece, la diplomazia non sembra fare passi avanti. Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatore russo Vasily Nebenzia ha attaccato duramente l’Unione Europea, definendola “un blocco fossilizzato, aggressivo e anti-russo”. Ha inoltre accusato Bruxelles di violare i diritti umani attraverso le sanzioni imposte a Mosca. L’alto rappresentante dell’UE Kaja Kallas ha replicato affermando che “la Russia è l’unica responsabile della guerra” e che “Putin potrebbe fermarla in qualsiasi momento” ritirando le truppe. Ha inoltre denunciato la propaganda russa, sottolineando che “Mosca sta cercando di riscrivere la storia”.

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