Le Cooperative italiane rappresentano l’8% del Pil, 1,3 milioni di occupati e 160 miliardi di euro di fatturato. Una forza economica che ora ha bisogno di una “manutenzione straordinaria del sistema”. Una riforma che è arrivata a buon punto e che tra breve sarà discussa in un prossimo Consiglio dei ministri come annunciato dal ministro Urso e dal sottosegretario Bitonci. A indicare la traiettoria della riforma è Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative.
“L’incontro con il Ministro Adolfo Urso e il Sottosegretario Massimo Bitonci e il lavoro svolto insieme confermano il dialogo costruttivo e condiviso sui principali obiettivi della riforma. La volontà del rigore espresso dal MIMIT non ci preoccupa, anzi. Anche la correzione sul regime sanzionatorio è una giusta istanza. C’erano sfide di lotta alla falsa cooperazione, di rinnovare la mutualità, di indivisibilità del patrimonio”.
Pilastri nella economia sociale
L’obiettivo della riforma secondo l’Alleanza e il ministero è quello di attrezzare le cooperative alle nuove evoluzioni del mercato, a quelle finanziarie e anche ai rischi di economie in rapido cambiamento.
“La collaborazione tra il Ministero e Alleanza delle Cooperative”, evidenzia il presidente di Confcooperative, “è stata finalizzata a garantire un ammodernamento delle normative che risalgono al 2002 in un quadro più complessivo di manutenzione straordinaria del sistema. Un riconoscimento che trova riscontro anche nelle recenti raccomandazioni dell’Unione Europea, che invita i Paesi membri ad adottare misure favorevoli allo sviluppo dell’economia sociale, di cui la cooperazione è un pilastro centrale”.
Ruolo e impegno di Confcooperative
“Tra i principali punti di convergenza emersi, il rafforzamento del corpo dei revisori cooperativi, il rilancio della governance partecipata e l’introduzione di strumenti per migliorare la rendicontazione delle attività mutualistiche delle imprese cooperative. Questi elementi sono visti come fondamentali per garantire un futuro solido e trasparente alle imprese cooperative per continuare a svolgere il loro ruolo sociale riconosciuto dalla Costituzione. Un contributo significativo alla crescita economica e sociale del Paese dove la cooperazione conta per l’8% del PIL dando lavoro a 1,3 milioni di occupati, con un fatturato di 160 miliardi di euro. La metà di questi numeri”, conclude Gardini, “sono rappresentati dalle oltre 16 mila imprese aderenti a Confcooperative”.