Mentre la Russia intensifica gli attacchi sull’Ucraina, l’Europa si muove verso un rafforzamento della difesa comune. Il prossimo vertice di marzo sarà un momento cruciale per definire le strategie comuni e affrontare le divisioni interne all’UE, con l’obiettivo di garantire sicurezza e stabilità nel continente. Intanto a Bruxelles, il Consiglio europeo ha riaffermato il sostegno a Kiev, escludendo qualsiasi negoziato senza il coinvolgimento diretto dell’Ucraina, mentre l’uso dei caccia Mirage (made in France) da parte delle forze ucraine segna un nuovo capitolo ‘europeo’ nel conflitto. Nel frattempo però Viktor Orban si smarca dagli altri leader, insistendo su una soluzione diplomatica.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che entro il Consiglio europeo del 20-21 marzo verranno presentate proposte dettagliate nell’ambito del piano “ReArm Europe”. L’obiettivo è incentivare investimenti e promuovere una maggiore cooperazione tra gli Stati membri per rafforzare la difesa europea. Von der Leyen ha inoltre anticipato la pubblicazione del “Libro bianco sulla difesa”, prevista per il 19 marzo, e l’introduzione di un pacchetto legislativo denominato “Omnibus”, volto a ridurre la burocrazia e gli oneri amministrativi nel settore militare.
Cinque principi per la pace
I leader europei hanno anche approvato ieri cinque principi fondamentali per la pace in Ucraina: nessun negoziato sull’Ucraina senza l’Ucraina, la sicurezza europea deve coinvolgere direttamente l’Europa, qualsiasi cessate il fuoco deve essere parte di un accordo di pace globale, l’Ucraina deve ottenere solide garanzie di sicurezza per prevenire future aggressioni, l’integrità territoriale ucraina deve essere rispettata. Tuttavia, il premier ungherese Viktor Orban ha ribadito il suo dissenso, dichiarando che l’Ungheria rimane isolata nel sostenere una risoluzione pacifica del conflitto anziché il prolungamento delle ostilità. Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, ha sottolineato che l’Unione Europea continua a sostenere l’Ucraina: “Ventisei Paesi credono che il rafforzamento della difesa ucraina sia la via per la pace. L’Ungheria è isolata, ma non rappresenta una frattura”. Costa ha inoltre ricordato che, nonostante le divergenze con Budapest, l’UE è riuscita ad approvare 16 pacchetti di sanzioni contro la Russia dal 2022. Da parte sua Mosca ha invece proposto di riprendere i negoziati di pace dalla bozza discussa a Istanbul nel 2022. Quel documento non trattava questioni cruciali come lo status della Crimea e concedeva alla Russia un diritto di veto sugli interventi occidentali a difesa di Kiev, lasciando aperta la possibilità di future invasioni.
Macron contro Putin
Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito Vladimir Putin un “imperialista revisionista”, rispondendo alle dichiarazioni del leader russo che lo aveva paragonato a Napoleone. Dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov ha reagito elevando “l’attenzione” sugli arsenali nucleari europei, accusando Macron di voler estendere il deterrente nucleare francese agli alleati UE. Mercoledì i ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito si riuniranno a Parigi per coordinare l’azione a sostegno di Kiev. La riunione si svolgerà dopo un incontro tra i capi di stato maggiore europei, in cui si discuteranno strategie per garantire la futura stabilità dell’Ucraina e rafforzare la sicurezza collettiva europea. In questo contesto il governo italiano ha avanzato l’idea di estendere all’Ucraina una protezione simile all’Articolo 5 della NATO, che prevede la difesa collettiva in caso di attacco. Kiev ha accolto la proposta con interesse e ha chiesto chiarimenti su come potrebbe essere implementata senza un’adesione formale all’Alleanza Atlantica.
Raid russi e sostegno turco
Sul campo, oltre a registrare una crescente difficoltà delle sue truppe nella regione del Kursk, l’Ucraina ha denunciato un massiccio attacco missilistico russo contro le proprie infrastrutture energetiche, abbattendo 34 missili e 100 droni. Le esplosioni hanno colpito diversi impianti, costringendo la compagnia energetica DTEK a sospendere la produzione di gas nella regione di Poltava. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilanciato la richiesta di una tregua nei cieli e in mare per porre fine agli attacchi contro civili e infrastrutture strategiche. La proposta ha ottenuto il sostegno del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si è detto pronto a ospitare negoziati di pace tra le parti. Zelensky ha inoltre annunciato che i colloqui tra rappresentanti ucraini e statunitensi riprenderanno la prossima settimana in Arabia Saudita.