L’intesa Stato-Regioni sul rinnovo della convenzione che disciplina i rapporti con le farmacie pubbliche e private, introducendo nuovi servizi come vaccinazioni, test diagnostici, telemedicina e prestazioni cliniche, ha suscitato forte preoccupazione tra i medici ospedalieri. Anaao Assomed, il principale sindacato della categoria, ha espresso il proprio dissenso, denunciando gravi rischi per la qualità e l’affidabilità dei servizi sanitari offerti ai cittadini. “Riteniamo che l’accordo comprometta la tutela della qualità e l’attendibilità dei servizi resi agli utenti, cui si aggiungono la grave e palese invasione di competenze di medici e altri professionisti sanitari”. A dichiararlo è Pierino Di Silverio, Segretario nazionale di Anaao Assomed, che sottolinea anche le pesanti conseguenze economiche: “Le ricadute saranno inaccettabili in termini di incremento della spesa sanitaria, in una fase di grave e perdurante carenza di risorse che sta già pregiudicando l’erogazione dei servizi essenziali”.
Refertazione in farmacia
Uno dei punti più contestati dell’intesa riguarda la possibilità per i farmacisti di refertare esami di laboratorio effettuati in farmacia su sangue capillare: “Non possiamo accettare che la refertazione venga delegata ai farmacisti senza il rispetto di tutti i requisiti strutturali, organizzativi, tecnologici e professionali previsti per i servizi di medicina di laboratorio accreditati”, afferma Di Silverio. Il sindacato dei medici ospedalieri mette in guardia sui rischi legati a questa estensione delle competenze: “Le attività diagnostiche devono fondarsi su competenze professionali adeguate, e gli elementi di stretta correlazione con la clinica sono essenziali. L’intesa Stato-Regioni è in netta contraddizione con la normativa vigente, che non prevede queste competenze per il farmacista”.
Un altro aspetto critico evidenziato da Anaao Assomed riguarda le possibili implicazioni medico-legali: “Le procedure diagnostiche devono essere inquadrate e ricondotte all’interno di protocolli clinici ben definiti, per evitare conseguenze potenzialmente gravi dal punto di vista della responsabilità professionale”.
Inoltre, l’affidabilità degli esami eseguiti in farmacia è messa in discussione: “Non si può accettare che test effettuati con apparecchiature semplificate, non controllate direttamente da un laboratorio clinico, possano garantire il livello minimo obbligatorio di qualità”, prosegue Di Silverio.
Liste d’attesa
Il segretario nazionale di Anaao Assomed respinge anche l’idea che queste misure possano servire a ridurre le liste d’attesa nel sistema sanitario: “L’introduzione di questi servizi nelle farmacie non rappresenta in alcun modo un antidoto alle liste d’attesa, un fenomeno che non riguarda la diagnostica di laboratorio. L’offerta in questo settore è già adeguata ai bisogni, ben distribuita sul territorio ed erogata ai massimi livelli di qualità dai professionisti della medicina di laboratorio”.