giovedì, 6 Marzo, 2025
Esteri

Gli Usa frenano sulla condivisione di intelligence con l’Ucraina. Tajani: “Una pace giusta e duratura non può essere una resa”

Il Cremlino sui progressi tra Casa Bianca e Kiev: "Approccio positivo"

Dopo il blocco degli aiuti militari a Kiev voluto dal presidente Donald Trump – mossa che ha spinto Zelensky a riaprire al dialogo sugli accordi – la politica americana nei confronti dell’Ucraina segna un altro punto di svolta. Secondo fonti vicine all’amministrazione statunitense, gli Stati Uniti avrebbero deciso di rivedere la condivisione di informazioni di intelligence con Kiev, in un contesto di negoziati più ampi che coinvolgono la sicurezza regionale e l’accesso alle risorse minerarie strategiche. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Mike Waltz, ha dichiarato che Washington ha “fatto un passo indietro” sulla condivisione di intelligence con l’Ucraina, sottolineando che l’intera collaborazione è oggetto di revisione. Alcune fonti riferiscono che la riduzione sia solo parziale, ma non è chiaro quali informazioni continuino a essere scambiate. Questa decisione si inserisce in una più ampia dinamica diplomatica. Gli Stati Uniti sono impegnati in discussioni con l’Ucraina non solo per quanto riguarda il conflitto con la Russia, ma anche per accordi commerciali legati ai minerali rari, fondamentali per l’industria tecnologica e militare occidentale. “Se riusciremo a definire questi negoziati e a mettere in campo misure di fiducia reciproca, il presidente potrebbe valutare la revoca della pausa sugli aiuti militari”, ha aggiunto Waltz.

Terre rare

L’esito delle trattative sui minerali rari potrebbe quindi diventare un fattore chiave per la ripresa degli aiuti militari, così come la posizione dell’Europa sarà determinante per il futuro assetto geopolitico della regione. In questo senso vanno infatti le ultime dichiarazioni di Zelensky e Trump dopo il loro scontro. Da parte sua il Cremlino accoglie con cautela l’apertura al dialogo di Zelensky, ma solleva dubbi su chi possa effettivamente sedersi al tavolo dei negoziati, visto che in Ucraina vige ancora il divieto legale di trattare con Mosca. Peskov ribadisce la disponibilità russa a negoziare, preferibilmente a Minsk, ma sottolinea che la questione non è stata discussa ai massimi livelli. Nel frattempo, Zelensky conferma la sua apertura a un incontro con Putin, a patto di ottenere solide garanzie di sicurezza dagli alleati occidentali.

Reazioni dall’Europa

Anche il capo della CIA, John Ratcliffe, ha confermato la “pausa” nella condivisione di intelligence, sebbene si sia detto fiducioso che questa decisione non sarà definitiva. “Dobbiamo assicurarci che tutti si assumano la responsabilità di favorire la pace nel mondo”, ha dichiarato in un’intervista a Fox Business, riferendosi all’Europa. Il vicepresidente statunitense JD Vance ha sottolineato la necessità che Stati Uniti, Europa e Ucraina si siedano al tavolo delle trattative, riconoscendo che “nessuno dei tre attori può sostenere un conflitto indefinitamente”. Il Consiglio Europeo discuterà la cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, un’iniziativa volta a garantire la sicurezza di Kiev, anche se per ora non sono attese decisioni concrete. L’Unione Europea, pur sostenendo l’Ucraina, si trova in una fase delicata in cui deve bilanciare la solidarietà con Kiev e il mantenimento della stabilità economica e politica interna. Alcuni paesi membri spingono per un coinvolgimento più attivo, mentre altri sono più cauti, temendo ripercussioni economiche o un’escalation del conflitto. L’Italia, in particolare, si fa portavoce di un approccio che mira a una pace giusta, senza imporre a Kiev condizioni inaccettabili.

Tajani: “una pace giusta”

Nel dibattito entra anche l’Italia. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito che “una pace giusta e duratura non può essere la resa dell’Ucraina”. Durante un incontro a Milano in preparazione della Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina, prevista a Roma a luglio, Tajani ha sottolineato che l’Europa deve mantenere una posizione unitaria e rafforzare la sicurezza del continente. “Abbiamo visto con favore la proposta della Commissione Europea di avanzare verso una difesa comune europea, che non è un’alternativa alla NATO, ma un rafforzamento dell’alleanza transatlantica”, ha affermato il ministro italiano. La ricostruzione dell’Ucraina, ha aggiunto, è legata a doppio filo al suo percorso di adesione all’Unione Europea. Tajani ha inoltre sottolineato come la partecipazione dell’Italia alla ricostruzione dell’Ucraina rappresenti un’importante opportunità per le imprese italiane, che potrebbero essere coinvolte in progetti infrastrutturali e di sviluppo. “La ricostruzione di un paese amico e la sua modernizzazione sono strettamente legate al suo percorso europeo”, ha affermato, sottolineando che l’Italia è pronta a fare la sua parte per accompagnare l’Ucraina nelle riforme necessarie per l’integrazione nell’UE.

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