Un Centro politico aperto, libero, che non ti aspetti per vivacità, idee innovative, proposte di sviluppo audaci e concrete. Un Centro moderato e nel contempo pieno di energie politiche che possano esaltare il lavoro, l’istruzione, il sistema produttivo, le relazioni diplomatiche, che punti sull’Europa.
Non è il sogno politico di una Nazione, ma quello che sta accadendo, a piccoli passi, un po’ in sordina un po’ ad alta voce. “E’ tempo di auspicare il ritorno del Centro politico con i nuovi ceti medi, la nuova classe media, la nuova borghesia e i nuovi moderati protagonisti? E’ tempo di desiderare la ‘Ricomposizione’– direbbe Padre Sorge – di un’area cattolico-democratica di centro?”.
È l’appassionante interrogativo di chi crede in una rete “tra cattolici e cittadini”. Così tra convegni, fondazioni e riflessioni intellettuali come quelle apparse nei recenti editoriali di Cacciari, Galli Della Loggia, Panebianco, Panarari, e, “grazie al tenace impegno di Lucio d’Ubaldo, con stimolanti articoli di Bodrato, Prodi, Castagnetti, Fioroni, Dellai e altri amici, pubblicati su “Il Domani d’Italia”, si rilancia quotidianamente l’idea di una forza che nasca dal patto tra cattolici e cittadini di buona volontà.
La rotta verso il Centro è tracciata e la sua forza sta nelle idee non urlate ma convinte. Non scritte in Twitter ma argomentate e condivise. Non polverose e antiquate ma fresche e moderne. La corsa al Centro c’è. Per paradosso più il presidente della Regione Liguria , Giovanni Toti parla e si affanna a intravedere una: “Terza Repubblica”, più ritorna viva e vegeta, addirittura smagliante per idee e contenuti, la “Prima Repubblica”.
Quando c’era un Prodotto interno lordo che sosteneva una vera crescita e la vita delle famiglie. Quando un operaio poteva acquistare una casa, far studiare i figli e cambiare l’auto ogni 10 anni , poter anche consegnare a Poste e Casse di risparmio un piccolo gruzzoletto. Quando i cittadini si sentivano protagonisti di una crescita e si costruivano strade, case popolari, porti, e ospedali.
Che tiri aria, una bella aria di “Prima Repubblica” è vero, e quello che più rincuora i promotori, sono i segnali che arrivano convinti, non solo dalla politica o dagli intellettuali, ma da chi produce. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, martedì 9 luglio a Pescara salendo sul palco dell’assemblea di Confindustria Abruzzo ha esordito citando l’Articolo 1 della Costituzione.
Ha sollecitato un ritorno all’impegno per il Lavoro, per la Crescita economica, per un ruolo nelle relazioni internazionali, “Bisogna puntare sui giovani, sulla loro formazione e sul loro potenziale, che va coltivato in questo Paese con contratti a tempo indeterminato e con salari più alti”. “Noi imprenditori”, ha detto il presidente di Confindustria, “dobbiamo fare squadra, anche con i colleghi europei, e far sentire di più la nostra voce alla politica, diversamente non saremo in grado di continuare ad essere il secondo paese manifatturiero in Europa e la settima potenza mondiale”. Già a dare la spinta propulsiva per diventare “secondo paese manifatturiero”, e “settima potenza economica mondiale”, era la “Prima Repubblica”, che riuscì in questi primati.
Ma oggi non è solo nostalgia del passato. C’è molto di futuro in quello che accade nel mondo dei moderati centristi e in quello dei riformisti socialisti.
Idee e programmi, ad esempio, sono celebrati anche con i ricordi di una stagione politica, quella interpretata dal leader socialista Bettino Craxi. Nel segno di Craxi e delle sue idee riformiste, infatti, si è tenuto nei giorni scorsi a Roma a Palazzo Giustiniani, il convegno internazionale “Bettino Craxi e il 1989 – L’Italia e l’Europa nel nuovo ordine globale”. Convegni e Fondazioni per capire e agire verso il prossimo futuro. Le Fondazioni possono essere il contenitore degli ideali, della storia ma anche del futuro, inteso come strategie, proposte pragmatiche per nuove intese politiche, per elaborare problemi, per segnare una svolta nel Paese.
È il senso della iniziativa che si terrà venerdì 12 luglio, alle 15, nella sala della Regina alla Camera dei deputati. Per l’occasione sarà presentata la fondazione “Democrazia Cristiana”, con un dibattito sul tema “Ci rivedremo in Centro?”. Promotore l’onorevole Gianfranco Rotondi, co-presidente della fondazione, con l’ex ministro Rocco Buttiglione.
Un appello è stato lanciato a Silvio Berlusconi ricordando che “non è solo il leader di Forza Italia, ma anche di un’area democristiana che gli è stata leale”. La Fondazione, intitolata a Fiorentino Sullo, leader storico della “balena bianca” e maestro – tra gli altri – di Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco, Nicola Mancino, Salverino De Vito e Ortensio Zecchino, tutti ex ministri Dc. Insomma avanti tutta con il pensiero moderato e cattolico con quello riformista socialista. Per i Centristi è già ritorno al futuro.