Cifre, stime e conti che non rassicurano le imprese commerciali. A fare il punto della situazione è Confcommercio che teme il riaccendersi dell’inflazione con la miccia degli energetici. “A febbraio l’inflazione accelera”, osserva la Confederazione, “riportandosi sullo stesso livello dell’ottobre 2023. Lo rivelano le stime preliminari diffuse dall’Istat che indicano un aumento dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,7% sullo stesso mese dello scorso anno. È un risultato influenzato soprattutto dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, tornati ad aumentare (+0,6% in confronto al -0,7% di gennaio), soprattutto per quanto concerne la componente regolamentata (+31,5% da +27,5%) visto che i beni energetici non regolamentati passano da -3% a -1,9%”.
Energetici e alimentari in risalita
C’è poi il crescendo dei prezzi in alcuni settori commerciali di grande diffusione che alimenta l’idea che ci saranno da aspettarsi fatti negativi.
“In aumento”, evidenzia la Confcommercio, “anche il ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +2,2%), mentre frenano i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,9%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +1,1% a +0,5%). Il tasso tendenziale di variazione dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumenta (da +1,7% a +2,2%), mentre quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto resta stabile a +2%
Attenti all’effetto domino
Nella analisi della Confederazione gli energetici sono loro a innescare un effetto domino sui prezzi. Una storia già vista e che preoccupa. “Rispetto al mese precedente l’aumento dell’indice generale è dovuto prevalentemente, anche in questo caso, ai prezzi degli energetici regolamentati (+0,9%). In aumento”, prosegue la Confederazione, “anche i non regolamentati (+0,7%), i beni non durevoli (+0,4%), gli alimentari lavorati (+0,3%) e i tabacchi (+2,5% anche per l’aumento delle accise). In controtendenza i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,2%)”.
Inflazione di base annua +1.7%
Facendo i conti la Confcommercio indica come l’inflazione acquisita per il 2025 sale a +1,2% per l’indice generale e a +0,7% per la componente di fondo, mentre l’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra una variazione pari a +0,1% su base mensile e a +1,7% su base annua. “La inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,8% così come quella al netto dei soli beni energetici”, osserva la Confederazione.
Impatto basso ma rischio fiammata
“La lieve risalita dell’inflazione registrata a febbraio, inferiore peraltro alle nostre stime, era largamente attesa, in considerazione delle tensioni che continuano ad interessare gli energetici e degli aumenti delle accise sui tabacchi”, conclude l’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati sull’inflazione a febbraio, “La tendenza al rialzo dei prezzi al consumo, in atto da alcuni mesi, al momento continua a non destare particolari preoccupazioni in considerazione di un’inflazione di fondo che si mantiene stabile, a segnalare come all’interno del sistema le tensioni siano limitate. Non vanno al contempo sottovalutati gli effetti negativi che potrebbe ingenerare il prolungarsi di questa situazione sia sui comportamenti di consumo delle famiglie, rallentando le già deboli dinamiche, sia sui costi delle imprese”.