Sarà una giornata calda a Palazzo Chigi quella di oggi quando alle 9 si riunirà il Consiglio dei Ministri pronto ad affrontare un tema cruciale: il caro bollette. C’è grandissima attenzione sulle misure urgenti da adottare per il contenimento dei costi dell’energia e per la protezione delle famiglie e delle imprese. E su questo fronte il Vicepremier Matteo Salvini ha già anticipato che il governo stanzierà tre miliardi di euro per mitigare l’impatto dell’inflazione energetica: due miliardi per sostenere i nuclei familiari con Isee più basso e un miliardo destinato alle piccole e medie imprese: “Per i prossimi tre mesi mettiamo questi 3 miliardi per bloccare e azzerare gli aumenti, poi speriamo che la situazione internazionale migliori, con una possibile tregua tra Russia e Ucraina”, le parole del leader leghista ai microfoni di RadioUno.
Da segnalare che ieri il vertice convocato dal Premier Giorgia Meloni sul decreto legge per contrastare il caro bollette è durato circa un’ora. Alla riunione hanno partecipato i Ministri dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, degli Affari europei Tommaso Foti e, in collegamento dal Sudafrica, dove è impegnato nella Ministeriale G20, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti
Le richieste delle opposizioni
Le opposizioni, guidate da Pd, Avs e M5S, hanno chiesto che l’esecutivo accolga proposte più strutturate contro il caro energia. Secondo loro, l’Italia paga l’energia più cara d’Europa, con ripercussioni dirette sulle famiglie e sulle imprese: “I costi elevati si riflettono tre volte: sulle bollette, sulla produttività e sui prezzi al consumo”, si è letto in una nota congiunta. Una delle proposte avanzate riguarda la sospensione delle gare per i clienti vulnerabili e il rafforzamento del ruolo di Acquirente unico, l’organismo che dovrebbe garantire condizioni di mercato più favorevoli per i piccoli consumatori: “Chiediamo che Acquirente unico possa stipulare contratti pluriennali con fornitori di energia da fonti rinnovabili, riducendo così il legame tra il costo dell’elettricità e quello del gas”, hanno detto i rappresentanti dell’opposizione. La proposta ha già ricevuto il supporto di diverse associazioni, tra cui Federconsumatori, Sunia e Cgil, che hanno sottolineato l’urgenza di tutelare i consumatori e le imprese di fronte all’aumento dei prezzi.
La riforma della giustizia
Parallelamente al dibattito sulle bollette, il governo sta lavorando sulla riforma della giustizia, un tema da sempre divisivo nel panorama politico italiano. Sempre ieri e sempre a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione di maggioranza su questo tema appuntoalla presenza di Meloni, dei Vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, del leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, del Ministro Carlo Nordio e del Sottosegretario Alfredo Mantovano. L’incontro – secondo quanto si è appreso – è stato finalizzato a preparare le consultazioni già programmate per il 5 marzo, prima con l’Unione delle Camere Penali e successivamente con l’Associazione nazionale magistrati. La maggioranza ha confermato la propria disponibilità a un confronto costruttivo, con particolare attenzione al dialogo con l’Anm. La riforma della giustizia – secondo le fonti – non è concepita contro i magistrati, ma nell’interesse dei cittadini.
La riforma prevede, tra le altre misure, la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, una priorità da sempre per questo esecutivo. Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta, ha espresso alcune perplessità sulla gestione del confronto: “Si parla di giurisdizione e di riforma della giustizia, un tema sul quale anche gli avvocati devono essere ascoltati”. Nesta ha proposto di includere i rappresentanti dell’Avvocatura nell’incontro del 5 marzo, sottolineando il ruolo centrale dei legali nel sistema giurisdizionale.
La discussione sulla riforma si inserisce in un contesto di forte tensione tra magistratura e politica, testimoniata dallo sciopero dei magistrati in corso ieri in tutta Italia. “Ci saranno iniziative ed eventi in tutti i distretti aperti alla società civile. Quale segno migliore di apertura se non quello di accettare l’offerta di dialogo?”.