Friedrich Merz, leader della CDU tedesca, favorito per diventare cancelliere, dovrà affrontare complesse negoziazioni con i socialdemocratici per risolvere le divergenze su temi centrali come spesa sociale e debito pubblico. L’unica opzione realistica per governare è una coalizione con la SPD, che, nonostante il peggior risultato elettorale dal dopoguerra, mantiene un ruolo cruciale nei negoziati. Merz ha escluso qualsiasi collaborazione con l’estrema destra AfD. Una nuova “grande coalizione”, già vista durante l’era Merkel, appare inevitabile, anche se le tensioni tra CDU e SPD sono aumentate. A gennaio, la proposta di Merz di adottare misure più severe sull’immigrazione, con il tacito sostegno dell’AfD, ha aggravato le divisioni. La SPD, scesa al 16,4%, è in piena riorganizzazione dopo il crollo elettorale di Olaf Scholz. Boris Pistorius e Lars Klingbeil guideranno il partito nei negoziati. Nonostante le differenze, CDU e SPD non hanno reali alternative alla collaborazione, considerando il contesto economico difficile, la guerra in Ucraina e le crescenti tensioni globali che mettono sotto pressione il settore industriale tedesco. Durante la campagna elettorale, Merz ha avvertito che un fallimento nella formazione del governo potrebbe rafforzare ulteriormente l’AfD, mettendo a rischio il ruolo della Germania in Europa. Nel frattempo, i Verdi, pur avendo mantenuto una parte consistente del loro elettorato, stanno affrontando un cambio di leadership. Robert Habeck, candidato cancelliere e attuale ministro dell’Economia, ha annunciato che non intende assumere ruoli di vertice nel partito, dopo il calo all’11,6% rispetto al 14,7% del 2021. Annalena Baerbock, ministro degli Esteri, ha invece espresso il desiderio di guidare il caucus dei Verdi al Bundestag. Entrambi continueranno a svolgere le loro funzioni nel governo ad interim fino alla formazione del nuovo esecutivo.
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