martedì, 25 Marzo, 2025
Esteri

Gaza, fase uno completa: liberi gli ultimi 6 ostaggi

Sul palco a Nuseirat Tal Shoham, Abera Mengistu e Omer Shem Tov che "costretto" bacia due miliziani. Hamas consegna anche il corpo di Shiri Bibas e preme per fase due, ma Israele rimanda lo scambio

Ieri si è conclusa la prima fase dell’accordo tra Israele e Hamas con la liberazione degli ultimi sei ostaggi israeliani dei 33. Tuttavia, le tensioni tra le due parti restano alte, soprattutto dopo la consegna del corpo di Shiri Bibas e il rinvio del rilascio di prigionieri palestinesi da parte di Israele. Hamas ha liberato Tal Shoham, Omer Shem-Tov, Eliya Cohen, Omer Wenkert, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, quest’ultimo trattenuto nella Striscia di Gaza da dieci anni. La cerimonia si è svolta come di consueto con delle messe in scena, allestite una a Rafah e una a Nuseirat, con gli uomini mostrati alla folla tra slogan e la massiccia presenza di miliziani armati, prima di essere consegnati ai funzionari della Croce Rossa. In un momento controverso, Omer Shem-Tov ha baciato sulla fronte due miliziani.

Con la giornata di ieri, sono stati liberati i 33 ostaggi vivi che prevedeva l’accordo della prima fase, ma rimane da delineare la seconda. “Hamas detiene ancora 63 ostaggi”, ha scritto su X Netanyahu dopo la liberazione. “Il governo israeliano si impegna a continuare a lavorare con determinazione per riportare a casa tutti i nostri rapiti: i vivi alle loro famiglie e i caduti a una degna sepoltura nel loro Paese”. Secondo l’intesa, Israele avrebbe dovuto rilasciare in cambio 602 detenuti palestinesi, tra cui 50 condannati all’ergastolo e altri soggetti ritenuti pericolosi. Tuttavia, il governo israeliano ha deciso di rinviare il rilascio, rimandando la decisione finale a una riunione di sicurezza guidata dal primo ministro Benjamin Netanyahu. È probabile che nella decisione giochi un ruolo la vicenda di Shiri Bibas.

I fratellini Bibas

Oltre alla liberazione degli ostaggi, infatti, Hamas ha finalmente restituito alla Croce Rossa i resti di Shiri Bibas, madre di Ariel e Kfir, i due fratellini uccisi a Gaza. L’Istituto forense israeliano ha confermato l’identità dopo un’ulteriore verifica e la famiglia ha proceduto all’identificazione, dichiarando in un comunicato: “Shiri è stata uccisa in prigionia e ora è tornata a casa dai suoi figli”. Non solo Israele accusa Hamas di aver violato gli accordi consegnando inizialmente il corpo di una donna sconosciuta, ma anche la morte di Ariel e Kfir Bibas resta un punto di forte contrasto. Tel Aviv sostiene che i due bambini siano stati uccisi dai loro carcerieri, mentre Hamas afferma che siano morti a causa di un bombardamento israeliano nel novembre 2023. “I resti di Shiri Bibas erano mescolati ad altri corpi sotto le macerie”, ha dichiarato il movimento palestinese, ribadendo la sua versione. Il premier Netanyahu ha reagito duramente, definendo Hamas “un’organizzazione di mostri e selvaggi” e promettendo di perseguire i responsabili: “Non avrò pace finché non sarà fatta giustizia per i Bibas”.

Hamas pronto per fase due

Tra i detenuti palestinesi destinati alla scarcerazione figurano nomi di spicco del movimento islamista, tra cui Salama Katkawi, Abdel Nasir Issa e Othman Balal, condannati per gravi attentati contro civili israeliani. Inoltre, 47 detenuti rilasciati in passato nell’accordo per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit e successivamente riarrestati sono inclusi nella lista.Ma Israele, prima di procedere al rilascio, ha condotto raid nelle abitazioni di numerosi prigionieri palestinesi in Cisgiordania, avvertendo le loro famiglie di non organizzare celebrazioni per la scarcerazione. Se Israele continua a valutare con prudenza ogni rilascio dei prigionieri, da parte sua Hamas preme per una soluzione definitiva, dichiarando di essere pronto a passare alla seconda fase dell’accordo, che prevede il cessate il fuoco permanente e il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. “L’obiettivo è arrivare a uno scambio totale tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi”, ha affermato un portavoce del movimento.

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