A meno di un anno dalle elezioni statunitensi e con il conflitto in Ucraina che entra nel suo terzo anno, le tensioni geopolitiche si intensificano. Secondo l’intelligence militare di Kiev, la Russia starebbe pianificando di proclamare una “vittoria” simbolica il 24 febbraio 2025, terzo anniversario dell’invasione su larga scala. Il Cremlino punterebbe non solo a consolidare i suoi successi territoriali, ma anche a promuovere l’idea di una sconfitta della NATO, presentando la guerra come un conflitto diretto con l’Alleanza Atlantica. Nel frattempo, gli Stati Uniti e l’Ucraina sono impegnati in trattative su un accordo per l’estrazione delle terre rare, mentre il presidente Donald Trump ha ribadito che non considera necessaria la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai colloqui di pace con la Russia.
In un’intervista a Fox News Radio, Donald Trump ha sostenuto che la presenza di Zelensky ai negoziati di pace non sia una priorità. “Non penso che sia molto importante che partecipi agli incontri, a essere onesti”, ha dichiarato l’ex presidente, criticando la gestione del conflitto da parte del leader ucraino. Secondo Trump, la guerra avrebbe potuto essere evitata con un approccio diplomatico diverso da parte di Zelensky e del presidente americano Joe Biden. “La Russia avrebbe potuto essere convinta a non farlo”, ha aggiunto, ribadendo la sua posizione critica nei confronti della narrativa occidentale sulla responsabilità esclusiva di Mosca nel conflitto.
Le terre rare
Parallelamente, proseguono i negoziati tra Ucraina e Stati Uniti per la gestione delle terre rare, risorse minerarie strategiche per le tecnologie avanzate. Dopo un primo rifiuto di Kiev a una proposta americana, il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Mike Waltz ha assicurato che un accordo verrà firmato nei prossimi giorni. “Non saremmo mai arrivati a questo punto nei negoziati senza Donald Trump”, ha affermato Waltz, sostenendo che anche Vladimir Putin e Zelensky avrebbero riconosciuto il ruolo dell’ex presidente nelle trattative.
Ancora attacchi hacker russi
Sul fronte della guerra ibrida, il gruppo di hacker filorusso Noname057 ha attaccato i siti web dei porti di Genova, Pra’, Savona e Vado Ligure, rallentandone il funzionamento. L’attacco informatico è stato rivendicato come una risposta alle dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva paragonato la Russia al Terzo Reich durante un discorso all’Università di Marsiglia. La Procura di Genova ha aperto un’indagine per danneggiamento di sistemi informatici pubblici, mentre gli esperti di cybersicurezza sono al lavoro per identificare gli autori dell’operazione.
L’Ue rafforza il sostegno a Kiev
Uno studio condotto dagli istituti Bruegel e Kiel Institute for the World Economy ha stimato che l’Europa dovrebbe investire almeno 250 miliardi di euro all’anno e reclutare 300.000 nuovi soldati per rendersi indipendente dal supporto militare degli Stati Uniti. Il rapporto evidenzia la necessità di acquistare oltre 1.400 carri armati e potenziare la produzione di armi. La ricerca mette in guardia dal rischio di un attacco russo entro il prossimo decennio, con possibili manovre militari già nel 2025 durante le esercitazioni Zapad in Bielorussia. Intanto, una bozza di proposta dell’Unione Europea prevede lo stanziamento di ulteriori sei miliardi di euro per il sostegno militare all’Ucraina nel 2025. Il piano prevede il finanziamento di munizioni d’artiglieria, missili, droni e sistemi di difesa aerea, oltre all’addestramento e all’equipaggiamento delle brigate ucraine. Secondo fonti europee, il fondo potrebbe essere finanziato attraverso contributi diretti degli Stati membri o tramite donazioni di attrezzature militari. Bruxelles mira a garantire a Kiev una capacità di resistenza sufficiente per non essere costretta ad accettare un accordo di pace svantaggioso.
Proposta USA per lasciare ONU
Negli Stati Uniti, alcuni senatori repubblicani hanno presentato una proposta di legge per il ritiro degli USA dalle Nazioni Unite. Il DEFUND Act, promosso dal senatore Mike Lee, prevede il blocco di tutti i finanziamenti americani all’ONU e il divieto per il presidente di riaderire all’organizzazione senza il consenso del Senato. La proposta ha suscitato la reazione del Cremlino: “Nonostante le inefficienze dell’ONU, non esiste un’alternativa a questa organizzazione”, ha dichiarato il portavoce russo Dmitry Peskov.