Nella Repubblica Dominicana, i detenuti, noti come “uomini rana”, dormono sui pavimenti delle prigioni sovraffollate, spesso vicino a bagni straripanti. Queste strutture ospitano fino a sette volte la loro capacità. Molti detenuti non sono mai stati accusati di alcun crimine, affrontando condizioni disumane e mancanza di cure mediche. Nonostante le promesse di riforma, la detenzione preventiva è diffusa. Rodolfo Valentín Santos, dell’Ufficio nazionale di difesa pubblica, riferisce che oltre il 60% dei 26.000 detenuti è in custodia cautelare senza accuse formali. Alcuni rimangono in carcere per decenni senza una condanna. Anche se esistono alternative alla detenzione, queste sono raramente utilizzate. Il carcere di La Victoria, progettato per 2.100 detenuti, ne ospita più di 7.000. Il presidente Luis Abinader ha incaricato Roberto Santana di ristrutturare le prigioni. Tuttavia, le condizioni continuano a peggiorare, con sovraffollamento e malattie diffuse. Valentín avverte che il sistema carcerario è vicino al collasso, con celle prive di servizi essenziali. Il rapporto del 2023 sollecita la chiusura di alcune prigioni sovraffollate. Nonostante le misure in atto, il procuratore generale Miriam Germán Brito sottolinea che la detenzione preventiva dipende dalle decisioni dei giudici. La corruzione governativa è vista come un ostacolo alle riforme. Santana prevede la costruzione di 25 nuove prigioni entro il 2028, ma molti detenuti non vengono liberati anche quando legalmente rilasciati. La Commissione nazionale per i diritti umani segnala che 2.700 detenuti restano incarcerati a causa di ritardi burocratici.