Dopo che martedì il vice capo dell’ufficio politico di Hamas, Khalil al-Hayya, aveva annunciato, nell’ambito dei negoziati sul cessate il fuoco, che sabato Hamas avrebbe rilasciato sei ostaggi sabato e consegnato i corpi di altri quattro giovedì, ieri il portavoce di Hamas Hazem Qasym ha rilanciato: per la seconda fase dell’accordo Hamas è pronta a rilasciare tutti gli ostaggi “in una volta sola”. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere il ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e una pace permanente oltre la tregua. Israele da parte sua ha confermato, in un comunicato dell’ufficio del premier Netanyahu, che “Durante i negoziati al Cairo sono stati raggiunti gli accordi secondo i quali i sei ostaggi vivi della prima fase saranno rilasciati sabato” e che “giovedì i corpi di quattro ostaggi saranno consegnati”.
Fuori Hamas da Gaza
Ma Netanyahu ha ribadito che le condizioni di Israele per la seconda fase sono il disarmo di Hamas, la sua uscita da Gaza e l’esclusione dell’Autorità Nazionale Palestinese dalla gestione postbellica dell’enclave. Non è chiaro, sottolinea Channel 12, se queste richieste possano coesistere con lo sforzo di liberare tutti gli ostaggi rimasti, ma lo stesso primo ministro israeliano ha aggiunto, durante un recente incontro con i ministri del governo che si sarebbe tenuta una riunione separata per discutere della seconda fase dei negoziati prima della partenza della delegazione israeliana per Doha.
Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha risposto che le condizioni di Israele costituiscono solo “una ridicola guerra psicologica”, rifiutandosi sia di lasciare Gaza sia di disarmarsi come parte dei negoziati: “Qualsiasi accordo per il futuro della Striscia di Gaza avverrà tramite consenso nazionale”
Rubio ad Abu Dhabi
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, è stato accolto ieri ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dal presidente, Mohammed bin Zayed Al-Nahyane, e dal ministro degli Esteri emiratino Abdullah bin Zayed Al-Nahyane nell’ultima tappa del suo tour diplomatico in medio oriente dopo l’incontro a Riad con la delegazione russa rappresentata dal ministro degli esteri di Mosca Serghei Lavrov. In questa occasione Rubio, parlando con il principe ereditario Mohammed bin Salman, ha sottolineato “l’importanza di un accordo per Gaza che contribuisca alla sicurezza regionale”. La visita avviene infatti a ridosso del vertice convocato venerdì in Arabia Saudita per rispondere al piano di Donald Trump di sgomberare la Striscia di Gaza. Il vertice riunirà i leader dei sei stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, oltre a Egitto e Giordania, direttamente chiamati in causa dal piano di Trump.
Attacco di un drone israeliano nel sud del Libano, un morto
Intanto nel sud del Libano, proprio il giorno dopo il ritiro dell’Idf delle forze israeliane, un drone ha colpito un’auto ad Aita al-Shaab, uccidendo uno degli occupanti. La vittima sarebbe un membro di Hezbollah identificato come Y.M.Kh.S., figlio del sindaco della città. La moglie dell’uomo è rimasta gravemente ferita. “L’Idf continua ad operare per rimuovere qualsiasi minaccia allo Stato di Israele, in conformità con gli accordi tra Israele e Libano”, scrive l’esercito israeliano, che mantiene il controllo di cinque avamposti nella regione.
Iran, ‘attaccheremo Israele per la terza volta’
L’Iran lancerà sicuramente un terzo round dell’operazione ‘True Promise’ con attacchi missilistici e droni contro Israele, dopo i due attacchi effettuati l’anno scorso che hanno distrutto i sistemi di difesa aerea del Paese e alcuni siti militari. Lo ha annunciato ieri il comandante della forza aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie, Amirali Hajizadeh, che ha spiegato: “Durante i precedenti round dell’operazione iraniana, il regime israeliano ha dovuto affrontare un grande fallimento nella sua difesa, nonostante fosse sostenuto da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Oman”.