Cresce l’occupazione, in risalita i redditi reali, l’inflazione sotto controllo, eppure le famiglie non spendono. È il contesto che pone interrogativi alla Confcommercio che si trova ad analizzare un paradosso.
Secondo i dati dell’ultima Congiuntura Confcommercio , a gennaio 2025 c’è stata una variazione dei consumi dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2024 con una lieve diminuzione della spesa per i beni (-0,1%) e una crescita dell’1,4% per i servizi. Il tutto avvolto da una economia che non dà risultati per il commercio.
Lo spiega il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, che osserva: “l’inizio del 2025 replica le caratteristiche di disfunzionamento dell’economia italiana”. “Restano robusti i presupposti per una crescita dei consumi, grazie all’occupazione elevata, ai redditi reali crescenti e all’inflazione sotto controllo, sebbene in episodica crescita a febbraio, mentre non si assiste a un coerente sviluppo della spesa delle famiglie”, evidenzia Bella.
Le cause sono diverse
“Anche in considerazione del nebuloso scenario internazionale”, fa presente l’ufficio studi della Confcommercio, “che certo non sostiene la propensione agli investimenti da parte delle aziende, un nuovo orientamento verso l’espansione della domanda interna sarebbe auspicabile. È presumibile che le scorie psicologiche accumulate durante la recente fiammata inflazionistica, rendono le famiglie particolarmente caute nel valutare le proprie possibilità di spesa”.
Gli shock avversi
Per Bella comunque “questa stessa interpretazione indica che con il passare del tempo e in assenza di ulteriori shock avversi, si dovrebbe ripristinare il corretto funzionamento della catena che lega maggiori redditi a maggiori consumi. Che è alla base del nostro moderato ottimismo sulle prospettive dell’economia italiana nel 2025”.
Il record turistico
Alle perduranti fragilità della produzione industriale, si oppone il nuovo record delle presenze turistiche nel 2024, quasi a 460 milioni di notti, tendenza che dovrebbe rafforzarsi, almeno moderatamente, nell’anno in corso. “Si vive nell’ambito di equilibri incerti, caratterizzati da un ritorno agli “zero virgola” tanto dei consumi quanto del Pil”, osserva l’Ufficio studi, “Nel frattempo, a febbraio l’inflazione dovrebbe avere raggiunto il 2%, per l’operare congiunto di incrementi sui costi dell’energia, di modificazione alle accise sui tabacchi, di qualche aggiustamento sugli alimentari.
Andamento incerto
Gennaio ha portato con sé un andamento dei consumi piuttosto “misto”. “Da un lato, c’è stato un calo nella domanda di molti beni, ma dall’altro alcuni settori dei servizi hanno fatto registrare miglioramenti significativi. Tra le buone notizie”, segnala l’ufficio studi, “spicca l’andamento positivo per la comunicazione, con un aumento del 2,8%. Anche il settore dei viaggi e dei pasti fuori casa ha visto crescere la domanda, con un +1,9%. Questo dato conferma un trend in atto da quasi quattro anni, spinto soprattutto dal turismo internazionale”.Buone notizie anche per il settore alimentare, che cresce dell’1,3%, anche se le difficoltà restano. Altri segnali positivi arrivano dai beni per la cura della persona (+0,4%) e, seppur più moderato, dall’abbigliamento e dalle calzature (+0,4%), anche se questo settore resta comunque in difficoltà.
Settori in ascesa e quelli in difficoltà
La Confcommercio indica infine i settori che sono ancora in difficoltà. “I consumi legati alla mobilità sono calati del 2%, e anche i beni legati alla casa e alla ricreazione hanno segnato una lieve discesa (-0,3%). Guardando più nel dettaglio”, analizza l’Ufficio studi, “c’è stato un forte aumento per i trasporti aerei (+11,2%) e per i servizi ricreativi (+8,7%). Anche i consumi di energia elettrica sono saliti (+0,8%). Ma non tutte le notizie sono positive: l’automotive continua a essere un settore problematico, con una diminuzione del 3,8% nella domanda di auto nuove. C’è stato anche un calo nei consumi di mobili e arredamento (-1,9%) e di elettrodomestici (-1,7%)”.