Ieri, in serata, a margine della cerimonia a Palazzo Borromeo (sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede) per l’anniversario dei Patti Lateranensi e l’accordo di modificazione del Concordato, il Vicepremier Antonio Tajani e il Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin hanno fatto il punto sui conflitti in atto in Ucraina e in Medioriente. Le loro sono state parole, tutto sommato, positive. Nel senso che qualcosa si sta muovendo e si intravedono spiragli di pace.
Bene il confronto
Sul fronte di Kiev, il Ministro degli Esteri è stato chiaro: “Tutto quello che va nella direzione della pace è un fatto positivo. Siamo solo alla fase preliminare, ma è importante che si parli e ci si confronti”. Tajani ha ribadito l’impegno dell’Italia a favorire il dialogo e a sostenere ogni iniziativa volta al cessate il fuoco. Ha inoltre espresso la speranza che i negoziati possano tradursi presto in passi concreti al tavolo della trattativa. Anche Parolin ha espresso un cauto ottimismo: “Ci sono tanti movimenti, tanti spiragli. Speriamo si concretizzino in una pace giusta, che coinvolga tutti gli attori e rispetti il diritto internazionale”. Il Cardinale ha sottolineato come Italia e Santa Sede condividano l’impegno per promuovere soluzioni pacifiche e il rispetto delle risoluzioni dell’Onu. Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, Tajani ha rivelato un’iniziativa umanitaria concreta: l’accoglienza di bambini palestinesi malati di tumore negli ospedali italiani: “Lunedì prossimo porterò personalmente un bambino dal Cairo per le cure”, ha spiegato, ribadendo l’importanza di azioni umanitarie immediate parallelamente agli sforzi diplomatici. Il leader di Forza Italia ha inoltre espresso la speranza per il rilascio degli ostaggi e per l’avanzamento delle trattative verso una tregua duratura.
No alla deportazione
Successivamente anche Parolin ha affrontato il delicato tema della situazione nella Striscia di Gaza, ribadendo la posizione ferma della Santa Sede contro qualsiasi forma di deportazione dei palestinesi: “Devono rimanere nella loro terra. Una deportazione creerebbe solo una nuova crisi migratoria”. Parolin ha criticato l’ipotesi avanzata dal Presidente statunitense Donald Trump di trasferire i palestinesi in Paesi vicini, sottolineando l’opposizione di stati come Giordania ed Egitto: “La soluzione resta quella dei due Stati, l’unica in grado di dare speranza e stabilità alla regione”.
Palazzo Borromeo
Tornando a quanto accaduto a Palazzo Borromeo, ieri si è tenuto l’incontro tra le massime autorità italiane e vaticane in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi. Al centro del confronto temi di grande attualità: il sostegno alla famiglia, le tensioni internazionali, dalla situazione in Medio Oriente fino al conflitto in Ucraina, e l’emergenza migratoria. Hanno preso parte all’incontro oltre a Tajani e Parolin, tra gli altri anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Primo Ministro Giorgia Meloni. Tra i temi affrontati, la tutela della famiglia è emersa come un elemento centrale del confronto. La Santa Sede ha ribadito il valore del nucleo familiare come pilastro della società, sottolineando la necessità di politiche che ne favoriscano il benessere e la stabilità. Da parte italiana, si è espresso consenso sull’importanza di sostenere le famiglie attraverso misure concrete e inclusive.
Anche il tema delle migrazioni ha trovato spazio nel dialogo bilaterale. Parolin ha sottolineato l’impegno costante della Chiesa nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti, auspicando una maggiore collaborazione istituzionale attraverso protocolli regionali mirati: “La Chiesa è già attiva sul campo, ma è essenziale un impegno condiviso per costruire percorsi di integrazione e inclusione”. Nonostante la recente legge della Regione Toscana sul suicidio assistito, il tema non è stato affrontato direttamente nel vertice. Ma il ministro Tajani ha espresso perplessità sull’iniziativa regionale, sottolineando che si tratta di una questione che richiede un dibattito a livello nazionale: “È un tema complesso che deve essere regolato nell’ambito delle competenze statali”.