domenica, 17 Novembre, 2024
Salute

Sanità non è sempre sinonimo di salute

La Sanità non può più essere gestita dalle Regioni per una serie di motivi: tra i primi c’è la questione costituzionale, infatti se il diritto alla salute è un diritto costituzionalmente protetto deve essere necessariamente garantito dallo Stato con uguale dignità per tutti i cittadini e non può differenziarsi da regione a regione; c’è poi la questione dei costi dei presìdi tecnici sanitari, che variano da Azienda sanitaria a Azienda sanitaria -il costo della garza, tanto per fare un esempio, deve essere uguale in tutta Italia- occorre quindi una centrale unica di acquisto; le nomine dei Direttori Generali -e con essi i Direttori Sanitari e i Direttori Amministrativi da questi nominati- non devo dipendere dalla volontà politica che in quel momento governa la Regione ma devono essere selezionati con valutazioni nazionali curriculari omogenei; i criteri di assegnazione delle quote capitarie alle ASL -quanto cioè viene assegnato annualmente per ogni singolo cittadino amministrato- devono essere determinate ed avvalorate dal governo centrale e devono avere una multi-criterialità omogenea; infine, ma solo per questo primo intervento, sappiamo ormai che oltre l’80% dei bilanci regionali sono assorbiti dalla spesa sanitaria, ed essendo la spesa sanitaria coperta quasi totalmente da indebitamento, i costi per interessi e dilazioni hanno lo stesso peso che hanno nel debito pubblico nazionale. A poco o a nulla, servono i diversi commissariamenti che di tanto in tanto dispone lo Stato -tanto i risultati non cambiano. 

Desideriamo a questo punto però fare alcune precisazioni. Abbiamo parlato di “sanità” e non di “salute” perché quando ci riferiamo alla sanità ci riferiamo al governo delle risorse necessarie per il funzionamento delle ASL e delle Aziende Ospedaliere in genere, e invece,  quando parliamo di salute, ci riferiamo ai processi di diagnosi, terapia e cura della persona. Se ricordate, prima il Ministero di chiamava della Sanità, ora si chiama della Salute, proprio perché si è voluta spostare l’attenzione sulla salute piuttosto che alle economie gestionali.  

Veniamo ora al vero nodo della questione sanitaria che deriva dall’introduzione delle Aziende Sanitarie e delle Aziende Ospedaliere a trazione regionale. 

Le Aziende Sanitarie sono aziende di erogazione di servizi, cioè si interessano di soddisfare i bisogni di salute dei cittadini da loro amministrati in un determinato territorio -regionale-. Con la quota capitaria le ASL devono sostenere tutti i costi per mantenere in salute gli amministrati e fare la necessaria prevenzione. Obiettivo primario delle ASL è che i cittadini stiano bene. 

Le Aziende Ospedaliere, non hanno né una popolazione né un territorio assegnati, infatti ognuno può scegliere, su tutto il territorio nazionale, l’Ospedale nel quale desidera essere curato. Le A.O. sono aziende di produzione, cioè producono servizi sanitari -interventi chirurgici, prestazioni ambulatoriali, riabilitazioni, ecc….- Le Aziende Ospedaliere, ad eccezione di alcuni costi, sono pagate interamente dalle Aziende sanitarie di appartenenza dei pazienti ricoverati.  Infatti se un paziente entra in Ospedale deve subito dare il suo tesserino sanitario per dimostrare a quale ASL appartiene e quindi chi sarà a pagare. 

Se ci pensate, le Aziende ospedaliere, incassano in base ai pazienti che riesce a ricoverare ed alle prestazioni che riesce a fornirgli, oltre che incassare  dall’occupazione dei posti letto. Ogni giorno in più che il paziente resta in Ospedale è un giorno in più di incasso ma, al contempo, è un giorno in più di spesa per la ASL a cui quel paziente appartiene. Siamo sicuri che se alcuni pazienti restano a lungo in ospedale è perché ne hanno proprio bisogno? Ci auguriamo di sì.  

In conclusione, due Aziende che si interessano di Salute/Sanità e che in qualche modo sono antagoniste tra loro: la ASL vuole spendere il meno possibile per i suo amministrati perché le risorse assegnate provenienti dalle quote capitarie sono poche, e gli Ospedali, invece, vogliono incassare sempre di più dai loro ricoverati perché altrimenti non riescono a dimostrare che tutti i posti letto sono coperti e che il personale medico è necessario. Pena pesanti tagli di posti letto e riduzione di personale medico e paramedico.

Per questa prima parte ci fermiamo e apriamo “La Discussione”.

                                                                                                                                 

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Covid, Abrignani “Entro fine agosto 30 mila casi al giorno”

Redazione

Salute, al via la nuova campagna di Bayer #UnaStagioneDiConsigli

Redazione

Egualia: “Aprire il cantiere dei capitolati per le gare farmaceutiche”

Paolo Fruncillo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.