Da PolieCo e Confcooperative non solo allarmi ma anche le soluzioni necessarie per superare le emergenze. Contro inquinamento e adulterazioni è possibile fare molto ma idee e progetti vanno sostenuti dalle Istituzioni
![Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative](https://ladiscussione.com/wp-content/uploads/2024/05/Imagoeconomica_2175667-300x200.jpg)
Due notizie che raccontano come rischi e danni contro l’ambiente hanno un forte impatto sulla salute di ciascuno di noi e sulle attività delle imprese agroalimentari. La prima è la presenza, con un aumento esponenziale negli ultimi anni, delle microplastiche ingerite o inalate che finiscono nel cervello umano, nei reni e nel fegato. La seconda notizia arriva da Confcooperative, il presidente Maurizio Gardini, intervenendo al FruitLogistica di Berlino al workshop “Agricoltura 2030: cooperare per crescere”, osserva come sia impegnativo lo sforzo delle imprese per un agroalimentare di qualità: “Solo lo scorso anno le nostre cooperative hanno investito 1,9 miliardi di euro in sostenibilità”. Nel contempo in Europa si è verificato un crollo produttivo dell’agroalimentare che Confcooperative stima “tra il 50 e il 60%, per cereali, frutta e ortaggi”, ma c’è un paradosso: sulle nostre tavole, si concretizza il pericolo di una invasione, “da derrate agricole prodotte in paesi dove le normative sono molto più blande o addirittura inesistenti come i paesi del Mercosur o dell’Asia”, evidenzia Maurizio Gardini.
Per il leader di Confcooperative è “vitale conciliare la sostenibilità ambientale con la produzione”.
Due emergenze epocali
Dall’aria e dall’acqua le micro e nano plastiche arrivano dentro di noi così come gli alimenti prodotti fuori dal Paese e dall’Europa che non hanno gli stessi controlli e i divieti che proibiscono l’uso di agenti chimici e sostanze tossiche. Siamo di fronte a due problemi epocali, perché l’uso della plastica oggi è ovunque, e non se ne potrà fare a meno per ora, così come puntare su una agricoltura di qualità significa per i produttori fare maxi investimenti e ridurre di molto gli utili a discapito degli agricoltori onesti e laboriosi.
Le buone pratiche che ci salvano
Un cambio di passo diventa necessario ma significa anche guardare ai problemi da più angolazioni. Il tema plastica, ad esempio, non è solo nell’uso ma anche nella filiera della raccolta, riciclo e smaltimento. Bisogna favorire quelle esperienze positive – rispetto alle pratiche criminali e devastanti dei roghi e della dispersione incontrollata nell’ambiente – come i Consorzi che fanno la raccolta e il riciclo. Abbiamo seguito alcuni esempi virtuosi come le iniziative del consorzio nazionale per il riciclo dei beni in polietilene, senza scopo di lucro, PolieCo che investe da anni in attività formative ed informative insieme a diverse università italiane, al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed Ordini professionali.
![Claudia Salvestrini, Direttrice PolieCo](https://ladiscussione.com/wp-content/uploads/2023/09/PHOTO-2023-09-11-17-37-31-300x169.jpg)
Come osserva la direttrice della PolieCo, Claudia Salvestrini, “il problema reale non sia la plastica in sé, bensì la sua gestione”. “Questo è un materiale che se avviato ad un corretto riciclo può diventare un vero modello per l’economia circolare”, puntualizza la Salvestrini. Una esperienza che ci dice come sia possibile agire nella legalità, nel mettere in campo nuovi modelli di raccolta e smaltimenti, con risultati importanti per le imprese, la collettività e la salute dei cittadini. Lo stesso vale per le aziende agroalimentari italiane che rappresentano un fiore all’occhiello non solo per la qualità dei prodotti ma anche per la bilancia economica nazionale con un export fiorente che incontra il favore dei mercati e consumatori mondiali. Per mantenere questo standard sono da accogliere l’invito del presidente dí Confcooperative, Maurizio Gardini: ossia “di promuovere la ricerca, finanziare l’adozione di tecnologie digitali; rafforzare l’IPM attraverso formazione e incentivi per gli agricoltori; mantenere un approccio scientifico e soprattutto cooperare per crescere”.
Possiamo uscire dalle emergenze
Siamo partiti da due problemi oggi serissimi ma abbiamo la convinzione che con le idee giuste, le persone capaci e di buona volontà possiamo affrontare i temi ad alto rischio che ci assediano. Serve però che la politica, le istituzioni siano attente a quella parte di società, di professionalità che sviluppano progetti innovativi e per quanto riguarda l’ambiente abbiamo una grande urgenza. Siamo ad un punto tra cambiamento climatico, aumento degli eventi estremi, che i danni costano immensamente di più dal dare il sostegno economico o di strutture necessarie a chi può creare le condizioni di svolte positive. Si dice che l’Homo Sapiens ha oggi molti guai e che ne verrà sopraffatto ma possiamo confidare che abbiamo anche molte possibilità, sta a noi decidere come utilizzare quelle migliori.