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Nova Gorica/Gorizia - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'inaugurazione della "Prima Capitale europea della cutura transfrontaliera GO 2025!, oggi 8 febbraio 2025. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Mattarella: “In un mondo di conflitti, Italia e Slovenia dimostrano che è possibile scegliere la via della collaborazione”

Nova Gorica e Gorizia: la prima Capitale europea della cultura transfrontaliera celebra la cooperazione tra i due Paesi
domenica, 9 Febbraio 2025
2 minuti di lettura

“In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti, dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale, Slovenia e Italia hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione”. Con queste parole Sergio Mattarella ha inaugurato ieri Nova Gorica e Gorizia come prima Capitale europea della cultura transfrontaliera, un progetto unico nel suo genere che celebra la collaborazione tra i due Paesi. Il Presidente della Repubblica ha sottolineato come, nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale, un sopravvissuto ad Auschwitz, Roman Kent, avesse dichiarato: “Non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli”. Uno spirito che ha guidato Italia e Slovenia nella costruzione di una nuova relazione, basata sulla fiducia reciproca e sulla cooperazione. “Nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito, e costruiscono, insieme”, ha aggiunto il Capo dello Stato.

Unione Europea e cultura

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, al Municipio in occasione della visita alla mostra fotografica "L'incontro tra due fiumi e due valli"
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, al Municipio in occasione della visita alla mostra fotografica “L’incontro tra due fiumi e due valli”

Due elementi fondamentali hanno contribuito a questo percorso: la comune appartenenza all’Unione europea e la cultura condivisa dai popoli dei due Paesi. Con l’ingresso della Slovenia nell’Ue vent’anni fa, si è consolidato un legame forte, che ha permesso di lavorare fianco a fianco nelle istituzioni europee e maturare un senso di appartenenza a una comune identità europea: “Le differenze e le incomprensioni hanno lasciato il posto a fattori che uniscono. Questo esprime il grande valore storico dell’integrazione europea”, ha spiegato Mattarella. L’evento inaugurale di Nova Gorica e Gorizia celebra proprio questa idea: le due città, simbolo della cultura dei confini, propongono un modello di integrazione attraverso la cultura: “Se la cultura, per definizione, non conosce confini, essa nasce comunque come espressione di una comunità, aperta alla conoscenza, alla ricerca comune e ai reciproci arricchimenti”.

Superando gli orrori dell’estremismo nazionalista, che ha devastato l’Europa nel secolo scorso, riemergono oggi i valori della convivenza e dell’accoglienza, pilastri fondamentali per opporsi all’oscurantismo della guerra. Il Presidente ha fatto riferimento all’aggressione russa all’Ucraina, sottolineando che essere Capitale europea della cultura transfrontaliera significa “avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro, in un mondo in cui si diffondono ombre, incertezze e paure”.

Un simbolo di progresso

La scelta di Nova Gorica e Gorizia come Capitale europea della cultura 2025 è un simbolo di autentico progresso. Mattarella ha lodato la capacità delle due città di indicare una strada nuova, basata sulla cooperazione e sulla valorizzazione delle diversità culturali: “Questo progetto è una testimonianza concreta di come le comunità possano trovare nei confini non un limite, ma un’opportunità di crescita condivisa”. Anche se non citato esplicitamente, il discorso del Capo dello Stato sembra fare riferimento all’atto vandalico avvenuto nella notte tra venerdì e sabato presso la foiba di Basovizza, luogo simbolo della tragedia delle foibe. Il Presidente ha ribadito che “nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito” e ha invitato a mantenere salda la via della cooperazione.

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