Europa, territori, imprese, mobilitazione. Sono le quattro parole chiave, filo rosso dei due giorni di confronto della plenaria dei presidenti della Coldiretti a Roma. Oltre cento interventi che hanno centrato tutti i problemi chiave dell’agricoltura con le specificità dei singoli territori. Con un unico collante: “l’orgoglio di appartenere a una organizzazione che è sempre sul pezzo.” Non scese in campo sporadiche, ma un “pressing costante, quotidiano sulle grandi questioni, dalla Pac al rispetto del principio di reciprocità delle importazioni, dalle pratiche sleali commerciali alla fauna selvatica, dalle risorse idriche alla ricerca, ma anche sulle criticità locali e l’Unione Europea.” Mai come in questo periodo i problemi sul tappeto sono tanti, aggravati da guerre e tensioni geopolitiche – spiega l’associazione degli agricoltori italiani – ma quello che è emerso è la volontà di andare avanti, di fornire ai soci risposte e servizi, di attrarre i giovani. Tutto in nome di una fede salda: l’amore per la terra.
Non solo proteste
“Ma non una protesta fine a se stessa ma costruttiva. Perché ogni discesa in campo negli anni ha portato a risultati concreti. Figli anche del coraggio e della speranza intesa – come ha più volte spiegato il segretario generale Vincenzo Gesmundo- come saper fare bene. E’ questa la postura di tutte le manifestazioni come è accaduto per rivendicare i soldi delle assicurazioni o per incalzare le amministrazioni ad atti concreti per arginare cinghiali e lupi che attaccano le aziende. E’ l’essere Coldiretti che – è stato ripetuto da più di un presidente “quando fa la Coldiretti non ce ne è per nessuno”.
Difesa dell’Agricoltura
La questione della gestione del rischio – ha sottolineato Gesmundo – è nata dal territorio, poi il presidente ha parlato con il ministero dell’Agricoltura e con l’Agea per trovare la via di sbloccare le risorse. Ma Coldiretti non si ferma e ha già avviato il lavoro per riscrivere il modello assicurativo agricolo. Un tema delicato come quello del consumo di suolo e delle agroenergie su cui l’organizzazione ha puntato molto o sulle agroenergie. Grazie a Coldiretti sono stati agevolati gli impianti fotovoltaici sui tetti e sono stati bloccati i pannelli a terra. Altro tema caldo: l’acqua. Sia per quelle regioni come la Sicilia che sono state devastate quest’anno da una siccità drammatica, sia per quelle, Emilia Romagna in primis, colpite più volte dalla furia delle alluvioni.
Integrazione tra Pac e fondo coesione
“E poi la proposta di trovare un’integrazione tra Pac e Fondo di coesione i cui finanziamenti – ha detto il presidente Prandini – possono essere destinati ai grandi investimenti agricoli, a partire dai bacini di accumulo. L’acqua, come hanno sostenuto tutti i presidenti intervenuti, è al primo posto, perché senza acqua non si produce e soprattutto non si produce qualità. Così come, secondo il presidente di Coldiretti, fondi aggiuntivi potrebbero essere destinati alla rete internet: in Italia è digitale il 55% delle superfici, in Spagna si arriva al 90%.” Per innovare è fondamentale disporre di risorse. Da qui i riflettori puntati sulla Pac: “serve – ha ribadito – semplificazione, i soldi devono arrivare subito agli agricoltori. La burocrazia è dannosa. E’ poi importante che i contributi vadano esclusivamente ai veri agricoltori, coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.”
No ai cibi sintetici
Tutto si affronta in modo pragmatico. E scientifico. Come nel caso della battaglia contro i cibi sintetici e ultraformulati. Coldiretti ha risposto a chi la tacciava di oscurantismo affidando gli studi ai maggiori istituti universitari. E dai primi risultati sembrerebbero emergere seri dubbi sulla sicurezza degli alimenti realizzati in laboratorio. Per questo l’organizzazione ha contestato le nuove linee guida dell’Efsa che vorrebbe trattare i prodotti alimentari sintetici alla stregua dei novel food.