Un giudice federale ha temporaneamente bloccato il piano dell’amministrazione Trump di sospendere migliaia di dipendenti dell’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID). Circa 2.200 lavoratori dovevano essere posti in congedo amministrativo entro venerdì sera, con cinquecento dipendenti già sospesi. Il giudice Carl Nichols, nominato da Trump, ha emesso la sentenza dopo aver ascoltato le argomentazioni dell’amministrazione e di due gruppi che rappresentano i dipendenti presso la Corte Distrettuale di Washington, D.C. Questi gruppi, l’American Foreign Service Association e l’American Federation of Government Employees, hanno chiesto a Nichols di fermare le azioni di chiusura dell’USAID sostenendo che l’agenzia è sotto un attacco “incostituzionale e illegale”, che sta mettendo a rischio il personale e i beneficiari. Secondo loro, l’amministrazione Trump ha “smantellato USAID” ed è “pronta per un colpo mortale”. Nichols ha dichiarato che emetterà un ordine restrittivo temporaneo prima di mezzanotte per proteggere i 2.200 lavoratori a rischio. La decisione sui 500 dipendenti già sospesi è ancora in corso. Durante l’udienza, Nichols ha chiesto al legale del Dipartimento di Giustizia, Brett Shumate, il motivo della rapidità dei congedi. Shumate ha risposto che il presidente è convinto dell’esistenza di “corruzione e frode” all’interno dell’USAID. Fondata nel 1961 da John F. Kennedy, l’USAID gestisce aiuti internazionali e missioni globali. Sebbene gli aiuti esteri rappresentino circa l’1% del bilancio federale, l’agenzia è stata bersaglio di critiche da parte di Trump che la accusa di frode e corruzione. Elon Musk, promotore di un’iniziativa per ridurre le dimensioni del governo, ha rivendicato il merito di contribuire allo smantellamento dell’USAID.