sabato, 8 Febbraio, 2025
Società

Desertificazione bancaria: 508 sportelli chiusi nel 2024, accesso negato a 230mila italiani

Solo nell’ultimo trimestre 432 filiali hanno abbassato le saracinesche, portando il totale nazionale sotto le 20mila unità

Nel 2024 le banche italiane hanno chiuso 508 sportelli, portando il numero complessivo di filiali sotto la soglia delle 20mila unità a livello nazionale. Il calo del 2,5% rispetto alla fine del 2023 ha subito una forte accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno, con 432 chiusure in soli tre mesi. Tutto questo ha determinato una significativa riduzione dell’accesso ai servizi bancari per circa 230mila italiani, che hanno perso la possibilità di recarsi in una filiale nel proprio comune di residenza. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che ha elaborato i dati di Banca d’Italia e Istat aggiornati al 31 dicembre 2024, la chiusura degli sportelli non ha colpito in modo omogeneo il territorio nazionale. Le regioni più penalizzate sono state la Valle d’Aosta (-7,5%), l’Umbria (-4,3%) e la Sardegna (-3,9%), mentre Emilia Romagna (-0,9%), Calabria (-0,6%) e Liguria hanno subito un impatto più contenuto.

Nel complesso, le chiusure effettive sono state 609, ma il dato è stato parzialmente compensato dalle 101 nuove aperture, concentrate soprattutto nelle filiali del Gruppo Bper attraverso Banca Private Cesare Ponti. Ma queste nuove strutture sono dedicate al private banking, rafforzando una tendenza che privilegia i clienti con elevata disponibilità finanziaria, a discapito dell’offerta bancaria tradizionale.

Comuni senza banche

La chiusura degli sportelli ha lasciato privi di filiali altri 101 comuni italiani nel 2024, portando il totale a 3.381, pari al 42,8% del totale nazionale. Gli ultimi tre mesi dell’anno sono stati i peggiori da quando l’Osservatorio della Fondazione Fiba ha iniziato le rilevazioni: 82 comuni hanno perso la loro unica filiale bancaria. Non solo il numero di comuni desertificati aumenta, ma cresce anche la loro dimensione demografica. Per la prima volta, un centro con oltre 20mila abitanti, Trentola Ducenta (Caserta), è rimasto senza uno sportello. Si teme che la stessa sorte possa toccare a breve comuni ancora più popolosi, come Mugnano di Napoli (quasi 35mila abitanti). La desertificazione bancaria si sta inoltre estendendo verso il Nord Italia, come dimostra il caso di Rivalta di Torino, tra i comuni con un solo sportello rimasto.

L’accesso ai servizi bancari diventa sempre più difficile per circa 11 milioni di italiani, mezzo milione in più rispetto al 2023. Tra questi, 4,6 milioni (+6,5%) risiedono in comuni completamente desertificati, mentre quasi 6,3 milioni (+4,5%) vivono in località con un solo sportello. Anche il numero delle imprese che operano in comuni senza banche è in aumento: 282.688 aziende, con un incremento di 18.834 unità rispetto al 2023.

Il fenomeno è aggravato dal basso utilizzo dell’internet banking in Italia, che si attesta al 55% contro una media Ue del 67,2%. La situazione è ancora più critica per le fasce anziane: tra i 65 e i 74 anni solo il 33,9% utilizza i servizi bancari digitali, rispetto al 44,7% della media europea.

La mappa della desertificazione bancaria

L’Osservatorio della Fondazione Fiba ha sviluppato l’Indicatore di desertificazione provinciale, che misura il grado di desertificazione bancaria in ogni provincia italiana. Le province meno colpite sono Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna e Reggio Emilia. Le grandi città si trovano in posizioni più arretrate: Milano è al 22° posto, Roma al 39°, Napoli al 45°. Le province più colpite dalla desertificazione sono Vibo Valentia e Isernia.

Il Segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, ha espresso preoccupazione per l’accelerazione delle chiusure nel 2024: “Le banche stanno continuando a comprimere i costi riducendo la loro presenza sul territorio. La chiusura degli sportelli non riguarda più solo i piccoli comuni, ma anche centri sempre più grandi. Il processo di concentrazione bancaria, con le fusioni annunciate nelle ultime settimane, potrebbe portare a nuove chiusure e a una riduzione dell’occupazione nel settore”.Colombani ha inoltre sottolineato il pericolo dell’esclusione finanziaria per le fasce più deboli della popolazione: “L’Italia ha un basso livello di utilizzo dell’internet banking, soprattutto tra gli anziani. In Francia il 56,3% della popolazione tra i 65 e i 74 anni utilizza i servizi bancari digitali, contro il 33,9% in Italia. Questo aggrava il problema della desertificazione bancaria, aumentando il divario sociale ed economico”.

Per contrastare il fenomeno, Colombani propone la creazione di Osservatori regionali sull’attività bancaria e la definizione di classifiche di sostenibilità per gli istituti di credito, che tengano conto della presenza fisica e dei programmi di educazione digitale. Particolare attenzione va rivolta alle regioni più colpite, come Calabria e Campania, dove rispettivamente il 74% e il 55,3% dei comuni sono privi di sportelli e l’internet banking viene utilizzato da appena un terzo della popolazione.

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