Presentato in concorso al Festival di Cannes nel maggio 2024, ricevendo una standing ovation di nove minuti e mezzo, “Parthenope”, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, da oggi è disponibile sulla piattaforma di Netflix. La pellicola segue la vita di una donna napoletana, dalla sua giovinezza alla età adulta, ma è anche un’ode alla città di Napoli, così come la Grande bellezza lo era stata per la Capitale.
Il cast è di tutto rispetto: Celeste Dalla Porta (che interpreta la giovane Parthenope), Stefania Sandrelli (Parthenope da grande), Gary Oldman nel ruolo dello scrittore John Cheever, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Peppe Lanzetta e Isabella Ferrari. Ma il film è stato accolto con recensioni contrastanti dalla critica. Peter Bradshaw del The Guardian ha descritto il film come “facile” e “presuntuoso”, accusando Sorrentino di “pura auto-parodia”, mentre Davide Abbatescianni di Cineuropa lo ha definito “tecnicamente impeccabile, ma narrativamente debole”, sottolineando come il personaggio di Parthenope risulti “troppo criptico”. Il film ha suscitato anche diverse polemiche per una scena provocatoria che coinvolge un cardinale e il sangue di San Gennaro, figura sacra nella cultura napoletana, attirandosi non poche critiche da parte della Chiesa cattolica italiana.
Sicuramente è un film adatto agli amanti del cinema d’autore, degli affreschi introspettivi, dei ritratti femminili ricchi di sfumature, dei percorsi attraverso la memoria un po’ nostalgici. La trama racconta la storia della bella Parthenope partorita in mare negli Anni ‘50, così attraente da conquistare ogni uomo. Perfino il fratello Raimondo, suo primo amore adolescenziale, amici, artisti, scrittori omosessuali, boss della camorra, alti prelati. Eppure pur essendo ammirata da tutti, ancora giovanissima conoscerà il dolore più buio e vischioso. L’ombra dell’infelicità addosso. Un amore vero, indicibile o non corrisposto, che ti condanna al dolore, ma ti fa ricominciare da capo.
Secondo le leggende locali, Parthenope è anche la sirena del mito fondativo della città. Ma tra miti, mitologie, miraggi, credulità, fede, superstizioni e varie solitudini, si impongono fortemente vicoli, bagliori e miserie di Napoli, la città più bella del mondo dove “è impossibile essere felici” come viene detto nel film. Una Napoli, comunque, ipnotica, dove si intersecano amore, tempo e memoria, i temi più cari al suo regista.