lunedì, 10 Marzo, 2025
Esteri

Il piano di Trump per Gaza: “Palestinesi via per sempre”

No di Arabia Saudita Cina e Turchia: "Inaccettabile". Parigi, Berlino, Madrid, Londra e Roma sono contrarie.

La Striscia di Gaza è stata un “simbolo di morte e distruzione” per molti decenni e un posto “sfortunato”, ha detto ieri il presidente Usa Donald Trump nella conferenza alla Casa Bianca con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Gaza non dovrebbe “attraversare un processo di ricostruzione e occupazione da parte delle stesse persone che hanno vissuto un’esistenza miserabile lì”. Secondo Trump i palestinesi dovrebbero andare in altri Paesi, senza nominarne nessuno in particolare: “l’unica ragione per cui i palestinesi vogliono tornare a Gaza è che non hanno alternative”. Allo stesso tempo, coerentemente con queste dichiarazioni, Trump ha firmato un ordine esecutivo per ritirare gli Usa dal Consiglio Onu per i diritti umani e bloccare i fondi all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Il Wall Street Journal, citando due fonti dell’amministrazione americana, ha rivelato che ifunzionari al di fuori della cerchia ristretta del presidente non erano a conoscenza del piano, che ha sbalordito persino alcuni dei più accesi sostenitori di Trump nella comunità ebraica. Uno di loro, ha aggiunto il Wsj, ha definito l’idea “folle” e ha messo in dubbio che possa essere messa in pratica.

Reazioni internazionali unanimi: “due Stati”

La proposta in effetti, ha provocato reazioni contrarie da tutto il mondo, tranne dall’ultradestra israeliana. “Ora lavoreremo per seppellire definitivamente (…) la pericolosa idea di uno Stato palestinese”, ha scritto su Telegram il ministro Smotrich. Il leader palestinese Mahmud Abbas ha manifestato in una nota un“rifiuto categorico di fronte alle richieste di esproprio della Striscia di Gaza”, denunciando “una violazione grave del diritto internazionale”. Per Hamas il piano di Trump “getterà benzina sul fuoco”. L’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk ha ricordato che “il diritto all’autodeterminazione è un principio fondamentale del diritto internazionale e deve essere protetto da tutti gli Stati”. Qualsiasi trasferimento forzato o espulsione da un territorio occupato, ha ribadito, è “severamente proibito”.

La Francia “ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza”: l’avvenire di Gaza passa per “un futuro stato palestinese”, si legge in una nota del Quai d’Orsay. La ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock ha dichiarato che “Gaza, come la Cisgiordania e Gerusalemme Est, appartiene ai palestinesi” e “non deve essere occupata o ripopolata in modo permanente. Esse costituiscono la base per un futuro Stato palestinese”. Per il ministro degli esteri britannico David Lammy i palestinesi devono poter “vivere e prosperare” a Gaza e in Cisgiordania. Il ministro degli Esteri spagnolo Josè Manuel Albares ha detto: “Voglio essere molto chiaro su questo: Gaza è la terra dei palestinesi”, e ha aggiunto:”Gaza fa parte del futuro Stato palestinese sostenuto dalla Spagna. Così anche il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian: “siamo contrari al trasferimento forzato dei residenti di Gaza”. Il primo ministro australiano Anthony Albanese, ha ripetuto che “la posizione dell’Australia è la stessa”di sempre: “una soluzione a due Stati”. Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha definito inaccettabile la proposta: “Persino pensarci è una perdita di tempo, è sbagliato addirittura aprire una discussione”. E la lista continua.

Tajani: “Mi pare difficile”

Roma ha un tono più accomodante: “mi pare che sia un po’ difficile” metterla in atto, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, riferendo sugli esiti del Consiglio Affari esteri europeo. “Io ho detto qual è la posizione italiana, poi vedremo quando ci saranno delle proposte concrete. Noi siamo per i due popoli e due Stati, ho detto che siamo addirittura pronti a inviare militari italiani per una missione di riunificazione della Striscia di Gaza con la Cisgiordania” e “non è che ho cambiato idea e neppure il governo ha cambiato idea”, ha aggiunto. Tajani sarà oggi in Israele per incontrare il ministro Sàar “per discutere del consolidamento del cessate il fuoco e del rilancio del processo politico verso la soluzione a Due Stati”.

5 Paesi arabi: “No all’evacuazione di Gaza”

“I palestinesi vivranno nella loro terra e aiuteranno a ricostruirla e non dovrebbero essere privati della loro parte durante la ricostruzione, e devono assumersi la responsabilità del processo con il supporto della comunità internazionale”. Lo si legge nella lettera congiunta che i ministri degli esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto e Giordania, insieme al consigliere presidenziale palestinese Hussein al-Sheikh hanno inviato al Segretario di Stato Usa, Marco Rubio. Nella missiva si ricorda che il Medio Oriente è già “gravato dalle più grandi popolazioni di sfollati e rifugiati del mondo”, in una situazione economica e sociale fragile, per cui “dobbiamo essere attenti a non aumentare il rischio per la stabilità regionale con ulteriori spostamenti, anche se solo temporanei, perché aumentano il rischio di radicalizzazione e disordini nella regione nel suo insieme”.

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